Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film
"Vanzinata" è stato un termine coniato da un critico negli anni Novanta, quando il cinema dei figli di Steno sembrava sempre più uno specchio dei tempi, il che, per quanto riguarda il genere commedia di costume, sarebbe anche un pregio, ma, naturalmente, comporta, nel contesto, anche una dose sovrabbondante di superficialità e di rischio di scadere nel risaputo, quando non nel volgarotto. In questa ultima fatica di Carlo e Enrico Vanzina, un imprenditore d'origine napoletana, sposato con una piemontese, in un batter d'occhio perde un appalto e si ritrova al verde: caso vuole che la coppia, andata da un "Compro Oro", incontri i domestici filippini che un tempo lavoravano da loro, e che questi li indirizzino a sostituirli dall'attuale datore di lavoro, un maneggione, con sventola accanto, che vive di lussi e intrallazzi. Ovviamente, salterà fuori che le vite dei quattro sono connesse, e nessuno ne sapeva niente.... C'è un punto in cui può sembrare che ci sia un'eco della commedia all'italiana dei Risi, dei Monicelli, ed è la scena del pranzo tra Salemme e Ghini al mare, con camminata sulla spiaggia: in cui i personaggi paiono acquistare spessore, e forse si può parlare di qualcosa di diverso dalla solita commediola con poche idee, non troppe risate, e una visione beatamente qualunquista dell'Italia e della vita. Ma è un'impressione che dura poco, perchè più che ci si avvicina al finale, e più aumentano le improbabili capriole della sceneggiatura, che in un'overdose di faciloneria, aggiusta quasi tutto. A dire il vero, è una delle non troppe volte in cui c'è un tentativo di scrittura più accurata, che il gioco degli attori non sbraca, e che qualche tenue sorriso viene riscosso dal film: che, però, assomiglia troppo da vicino, per ritmo e allestimento, alle tante fiction rassicuranti dei canali maggiori, per dire qualcosa che, anche vagamente, sia davvero mordace.
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