Regia di Roger Spottiswoode vedi scheda film
Arrivo a questa mia recensione dopo aver registrrato le impressionu della critica che sono state assai tiepide, e dopo aver constatato l'entusiasmo di amici che lo hanno visto e a cui hanno fatto da contraltare i mugugni di chi lo ha trovato piuttosto esile. E qui mi rivolgo ai detrattori, siano essi coloro che ne hanno rilevato una soupposta fragilità così come quei critici che lo hanno snobbato come prodotto decisamente minore. Quel che intendo dire è che sarebbe un errore giudicare un film che parla ai nostri cuori con linguaggio semplice pretendendo di utilizzare criteri "ufficiali" troppo severi. Un'opera semplice che fa leva senza ricatti su sentimenti universali non merita sguardi di sufficienza o atteggiamenti di arrogante superiorità. Mi sento dunque di difendere a spada tratta la bontà di questo prodotto onesto nei suoi intenti edificanti. E guardate che EDIFICANTE non è necessariamente una parolaccia da usare con disprezzo. Qui si parla del percorso umano di un cristo che è nato sotto una stella decisamente perdente, un autentico "loser" che acquista con immenso sforzo una propria dignità che lo collochi ad occupare una posizione degna nel consorzio umano, lui che era un reietto, condannato dagli abissi della tossicodipendenza ad essere ai margini della società come un appestato. E ditemi: tutto questo è -come io credo- profondamente umano oppure "edificante" o "buonista"? Ognuno darà la sua risposta e conserverà la sua opinione, ma voglio rimarcare che la chiave del racconto (che -attenzione- rispecchia fatti realmente accaduti)a me è parsa nient'affatto ricattatoria ma solo tremendamente UMANA. Anche perchè il gatto protagonista ci viene mostrato sì nel suo lato curioso e simpatico ma senza esagerare con la melassa (che anzi direi è del tutto assente), ma soprattutto intendo sottolineare che l'insistenza nella sceneggiatura sul calvario del giovane James e sulla sua intima sofferenza mette al bando ogni sospetto di ricatto emotivo. Si parla di metadone, eroina, crisi di astinenza senza mezzi termini e questo non è da poco perchè esclude a priori un target infantile. E infine lasciatemi dire che la lotta di James per uscire dalla condizione di tossico è narrata senza retorica e inoltre chi ha avuto contatti con quel mondo di disperazione riconoscerà l'onestà con cui esso viene raccontato. E ancora un'ultima considerazione. Non facciamo i furbi. Che quel pelosetto di Bob non è un giicattolo che è lì solo per raccattare i sorrisi dei bimbi. Sì perchè il rapporto meraviglioso che si può creare tra un umano che ha bosgno di aiuto (o anche banalmente di compagnia) può generare effetti terapeutici inimagginabili (la PET THERAPHY non me la sono inventata io!). La storia è notissima. Un ragazzo che sopravvive come può suonando da busker, è nel pieno di un processo di recupero terapeutico dalla tossicodipendenza, condotto attraverso momenti incerti e altalenanti, oltretutto penalizzato da un padre con cui vive un conflitto mai risolto. Il nostro James a un certo punto ha la fortuna du conoscere due angeli. Uno è la bionda Betty che sceglie di occuparsi di lui in termini di generosa umana solidarietà. Ma soprattutto entra nella sua vita un delizioso gattone rosso da lui battezzato Bob che diventa il suo inseparabile comogno di vita e formidabile testimone del suo percorso interiore. E lui c'è sempre ad osservarlo, quando suona per strada così come quando -causa l'abbandono del metadone- James vive momenti di atroce sofferenza. Si tratta di una storia commovente (altro che giudizi sprezzanti) che tocca le corde pià delicate del cuore (per chi le possiede, queste corde, perchè a quanto pare non tutti le hanno). E poi non sono nato ieri: è evidente che nella regìa c'è anche del mestiere, e per questo la produzione è andata sul sicuro affidando il progetto ad un regista "alimentare" e "concreto" come il veterano Roger Spottiswoode a garantire un prodotto commercialmente ineccepibile. Il che non significa perdere in emotività ed umana sensibilita'. PS: rispetto a certe pellicole attualmente sui nostri schermi (tipo l'ultima uscita escrementizia di Carlo Vanzina) il gatto Bob si meriterebbe un Oscar.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta