Regia di Joseph L. Mankiewicz vedi scheda film
Non è una commedia, ma è' un ottimo film: scneggiatura e intreccio perfetti, attori tutti bravi, dialoghi serrati e densi di tematiche, regia precisa, il tutto solido e ben compatto. Mankiewicz, grande osservatore dei comportamenti umani, mette il dito su molte piaghe della classe media dell'epoca, che sono però anche di molte persone di oggi: l'assurda sofferenza di chi è nato contadino, l'ambizione sociale con la smania del successo e del denaro che portano a calpesare molti valori (tra cui amore e dignità), il matrimonio fatto per interesse, l'ossessione di avere una casa perfetta come se nessuno ci vivesse, le mille ipocrisie che si usavano allora come oggi tra amiche... Insomma, di carne al fuoco ce n'è molta, ma è gestita tutta con maestria e ne vengono ricavati assunti di tutto interesse. Le tre donne, costrette da quella diabolica lettera, fanno un esame di coscienza e del loro matrimonio, scoprendo molte colpe proprie e/o del consorte. Tutte e tre hanno la coda di paglia, poiché ciascuna dentro di sè di essere quella che è stata abbandonata dal marito. La schietta critica che fanno di se stesse le porta però a riconoscere i loro errori, anche se temono che ormai sia troppo tardi. Se da una parte il film fustiga parecchio certe paure e certi malcostumi femminili, dà un'unica ma forte stoccata ad una debolezza degli uomini: l'andare cioè in brodo di giuggiole davanti a una donna che pare chissà che, ma è una poco di buono. La famosa donna del film (che non si vede mai), benché i tre uomini la ritengano affascinante e la quintessenza di ogni pregio, si dimostra una ben meschina persona, un'illusione, oltre che naturalmente malvagia. A questo proposito, basti l'ipocrita e perfida lettera, che, tra finte parole di amicizia e onestà, dà invece una terribile notizia e ha l'evidente proposito di far passare alle tre amiche una giornata infernale, nel tormento del dubbio. Un altro pregio del film è certamente che, pur mettendo alla berlina molti dei nostri mali, evita ogni nichilismo e ogni disfattismo. Esso è anzi una salutare riflessione per molti mariti e molte mogli. Penso di poterlo definire capolavoro. Alzi la mano chi l'ha visto in tv.
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