Trama
Una famiglia benestante francese vive nel nord della Francia, incurante della miseria che affligge i campi dei migranti intorno alla città portuale di Calais, a poche miglia della loro abitazione.
Approfondimento
HAPPY END: GLI AFFANNI E I MALANNI DELLA RICCA BORGHESIA
Diretto e sceneggiato da Michael Haneke, Happy End racconta la vita di una famiglia benestante europea in una città considerata dall'opinione pubblica come una vera giungla per immigrati. Con la direzione della fotografia di Christian Berger, le scenografie di Olivier Radot e i costumi di Catherine Leterrier, Happy End ci porta a Calais, città francese in cui vive la ricca famiglia dei Laurent, che hanno fatto la loro fortuna con una società di costruzioni oramai sull'orlo del fallimento. Capostipite della dinastia è Georges, un anziano in pensione che ha perso il controllo della propria mente ed è costretto su una sedia a rotelle. L'unico desiderio dell'uomo, interpretato da Jean-Louis Trintignant, è quello di porre fine alla sua esistenza e, nel tentarci, non esita a coinvolgere tutti coloro che lo circondano.
Una delle componenti più giovani è invece Eve, tredicenne dallo sguardo triste figlia di due genitori separati a cui presta il volto la piccola Fantine Harduin (già vista in Il viaggio di Fanny). Quando la madre finisce in ospedale dopo aver essere presumibilmente andata in overdose da farmaci, Eve viene mandata a vivere in casa del padre Thomas, portato in scena da Mathieu Kassovitz, e della sua seconda moglie Anais che, ritratta da Laura Verlinden, chiude gli occhi davanti ai tradimenti del consorte. I due hanno un bambino, Paul, un fratellastro più piccolo a cui Eve fa da inquietante babysitter.
Il leader incontrastato del clan dei Laurent è però la divorziata Anne, impersonata da Isabelle Huppert. Anne controlla la società della famiglia, stringe accordi con Lawrence, il fidanzato bancario supportato da Toby Jones, e spinge il figlio Pierre, giocato da Franz Rogowski, a prendere le redini di tutto quanto. Senza alcuna attitudine per gli affari, Pierre è privo di una vera e propria personalità ma, continuamente frustrato dalla madre, avrà un comportamento inaspettato e imprevisto alla festa di fidanzamento ufficiale della donna.
A completare il quadro dei Laurent concorrono anche i loro due domestici marocchini, Rachid e Jamila, interpretati dagli attori Hassam Ghancy e Nabiha Akkari.
Curiosità
L'austriaco Michael Haneke è uno dei registi più premiati e apprezzati del Festival di Cannes. Diversi sono i riconoscimenti da lui portati a casa sulla Croisette: Premio della giuria ecumenica per Storie; Grand Prix Speciale della Giuria per La Pianista (con cui Benoit Magimel e Isabelle Huppert hanno vinto il premio come miglior attore e miglior attrice); Miglior regista, premio Fipresci e Premio della giuria ecumenica per Niente da nascondere; due volte Palma d'Oro per Il nastro bianco e Amour.
Amour, presentato a Cannes nel 2012, vede tra gli interpreti nei panni di padre e figlia gli attori Jean-Louis Trintignant e Isabelle Huppert, che interpretano padre e figlia anche in Happy End. Curiosamente, il personaggio di Trintignant ha lo stesso nome (Georges) in entrambi i film.
Trailer
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Commenti (14) vedi tutti
Il primo vero passo falso del talentuoso regista austriaco. Una emulazione di sé stesso ridondante, confusionaria, poco incisiva. Dice ciò che ha già detto in altre occasioni e con ben altro risultato. 5
commento di fra_pagaUn cast famoso sprecato per un' accozzaglia di scene noiose.
commento di gruvierazLa cosa più importante del Film : "Che fine ha fatto il povero Criceto all'inizio della visione ?!?!" ... per il resto questa Ragazzina con il Cellulare fa venire i Nervi !!! voto.0.
commento di chribio1Il vicolo cieco di una famiglia borghese
leggi la recensione completa di siro17Presentato in concorso a Cannes quest’anno e seguito da mille polemiche a mio avviso ingiuste: Haneke non ha ammorbidito né il suo nihilismo sconsolato, né l’analisi spietata delle manifestazioni del male nel cuore dell’uomo.Un film crudele e bellissimo.
leggi la recensione completa di laulillaha la sua importanza,per quello che dice e per come lo dice,per certi versi crudo,ha descritto l'ambiente familiare senza urlare,ma certe scene lasciano il segno,voto7.
commento di ezioIntrigante film dell'ottimo regista austriaco Haneke, non privo di difetti, ma comunque interessante e ben recitato
leggi la recensione completa di Furetto60Film noiosissimo con pause enormemente lunghe. Da perdere tranquillamente.
commento di iacopo73"Happy End" è un film che non mi ha convinto molto. Troppo sbilanciato verso le turbe psichiche dell'alta borghesia per voler essere un'opera che tratta del male di vivere in senso più assoluto ; troppo freddo nella messinscena per poter trasmettere il calore di una sensata denuncia sociale. Troppo evanescente per essere un film di Michael Haneke.
commento di Peppe Comunetanta carne al fuoco (solitudine, ipocrisia, senso di morte, sessualità, individualismo, conflitti di classe e razza), mentre i meccanismi retorici del grande autore austricaco possono forse risultare ormai un pochino usurati...ma il cinema di Haneke continua, con rigore quasi sadico, a sapere dove affondare i colpi.
commento di giovenostaForse la piattezza è la cifra del film. Nessuna empatia, nessun tormento, a dispetto dei fatti realmente drammatici che vengono rappresentati.
leggi la recensione completa di andenkoE’ la banalizzazione della catastrofe, la fine della comunicazione, la defenestrazione di ogni tipo di linguaggio nella replica indefinita che ne desatura il senso.
leggi la recensione completa di yumeDi gente felice nelle storie dell’impassibile Haneke non ne esistono o perlomeno lo sono per convenzione e lui – penso – ha voluto creare un titolo non bugiardo ma provocatorio perché come al solito i suoi personaggi sono ordinariamente infelici.
leggi la recensione completa di michemarCon Happy End Haneke sembra voglia riassumere, ed aggiornare alla tecnologia a nostra disposizione, tutta una stagione cinematografica che lo ha visto padroneggiare le incognite del disagio psicologico. Se è così, ma solo in tal caso, il film è l'esemplare capitolo finale che preannuncia una svolta, ormai necessaria, benvenuta, auspicabile.
leggi la recensione completa di alan smithee