Regia di Silvio Soldini vedi scheda film
L’agente di sorveglianza di un supermercato prova una strana attrazione per una ragazza rom che rubacchia cosmetici; lei, a sua volta, sogna una vita diversa. Provano a mettersi insieme, ma alla fine lei si trova in mezzo al guado, rifiutata dalla società rispettabile in cui vorrebbe integrarsi (diventata cameriera in un albergo, viene guardata male dai clienti) e tagliata fuori dalle compagnie di un tempo (tornata nel sito del suo vecchio accampamento, lo trova abbandonato). Dopo un capolavoro quale L’aria serena dell’ovest le mie aspettative su Soldini erano altissime, e questo film è stato una mezza delusione. Il risultato viene compromesso da quello che mi pare un grave errore di valutazione: dopo la fuga a due, il personaggio di Bentivoglio viene quasi abbandonato e la storia si concentra sulla zingarella. Ma lo sbandamento esistenziale di un normale borghese era, secondo me, un argomento ben più interessante che il prevedibile senso di estraneità al mondo da parte di un emarginato.
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