Regia di Silvio Soldini vedi scheda film
Storia arbitraria, con qualche giustificazione banale. Che l'innamoramento avvenga "senza un motivo" può essere psicologicamente vero, ma non è raccontabile così: non è chiaro se il protagonista sia nel negozio solo per corteggiare la commessa o se vi sia incaricato della sorveglianza; non è suggerito alcun motivo per cui dopo aver tanto faticato a inseguire e raggiungere la zingara ladra, l'inseguitore la lascia andare. E' ovvio che nasca un certo interesse, sentimentale o erotico; ma non viene mai suggerito, né l'uno né l'altro, né prima né dopo. Tutto è gratuito allo stesso modo, da Nouveau roman o da Nuova obiettività, in ritardo di qualche decennio e condotto con sciatteria e banalità. Lo stesso vale per il tema, del rapporto fra due culture: non sono analizzate, né spiegate; non solo non si propongono soluzioni (che potrebbe essere un'ottima cosa) ma non si suscitano veri problemi, si presenta solo una estraneità totale fra il mondo degli zingari e il "nostro", senza alcun vero tentativo di indagine di ognuno dei due, di cui sono colti solo, e superficialmente, aspetti superficiali. Il successo di critica nostrana è forse dovuto all'ambiguità tematica, che consente di ricavarne le conclusioni che ciascuno preferisce, di rifiuto radicale di ogni "diverso" (e non solo dei "rom") in quanto mai integrabile, o di generico "amore" o comprensione per i diversi e di denuncia per i difetti nostrani; ma si tratta comunque di prestiti fatti dai critici, a un film che non sembra dire nulla di tutto ciò, né altro... Banale, inutile, compiaciuto e con qualche pretesa intellettuale, come troppo cinema nostrano, che se fosse più umile forse sarebbe meno scadente.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta