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Un'anima divisa in due

Regia di Silvio Soldini vedi scheda film

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La recensione su Un'anima divisa in due

di bradipo68
8 stelle

Quale integrazione?
Proprio l'altra sera sentivo alla radio un ex assessore del comune di Milano e politica di lungo corso in una carriera che l'ha vista decollare in Rifondazione Comunista(!) fino ad atterrare tra i futuristi passando senza fermarsi per tutte le tappe intermedie,affermare temerariamente che il suo cane era più educato dei rom perchè gli aveva insegnato a non fare la pipì sui muri e nel fattempo elencava quali secondo lei erano tutte le caratteristiche dominanti dell'etnia rom(e lascio solo immaginare cosa possa aver detto).
Quasi 20 anni fa Soldini con questa storia di difficile integrazione parlava proprio di questo:la nostra percezione non è cambiata,la paura è se possibile aumentata perchè per le gesta di alcuni siamo abituati a giudicare negatvamente tutti,le politiche di integrazione hanno fallito ma più probabilmente non sono mai iniziate perchè si guadagnano voti solo smantellando campi fatiscenti e poi chissenefrega se non si attivano soluzioni alternative.La storia di questo film dell'inizio degli anni '90 narra non di un'anima sola ma di due anime divise in due:quella di Pietro impiegato di un supermercato impegnato nell'antitaccheggio e della giovane Pabe sorpresa a rubare.Non si sa perchè ma Pietro è attratto da questa giovane dallo sguardo selvaggio e dai modi poco addomesticati.E anche lei da lui.Del resto le loro rispettive vite sono abbastanza incasinate:lui divorziato con un figlio che non vede quasi mai,lei che è mandata a fare l'elemosina e a rubare trovano assieme tante ottime ragioni per piacersi e per darsi alla fuga,la costante di tanti film di Soldini.Fuggono da Milano,dai rispettivi mondi,cercano di integrare le loro solitudini in un rapporto parco di parole,difficile all'inizio.A descriverla così sembra una di quelle fughe romantiche che vanno tanto di moda nei romanzi rosa d'appendice.E invece non è così,la loro fuga che trasforma per un pò il film di Soldini in una sorta di instant road movie ha poco di romantico anche se trovano il modo di sposarsi.I due hanno come destriero una Regata bianca station wagon e tanta autostrada da percorrere.Ma i soldi finiscono e pure se Pietro è un gadjo,non è ricco non può permettersi di vivere in albergo anche se qualche sfizietto da hotel cinque stelle categoria lusso se lo leva.però sempre nascondendo la vera origine di Pabe. Come dicevo prima non è solo un'anima divisa in due:se Pabe è asfissiata anche da un semplice soffitto e dal dormire in una stanza d'albergo che non abbia la vista cielo sopra la sua testa,Pietro dal canto suo assapora un'esistenza nomade a cui non si era nemmeno mai avvicinato.E anche visivamente compiono una sorta di percorso opposto:mentre Pabe prova a lavorare,cambia acconciatura e cambia vestiario in un disperato tentativo di nascondere la sua origine rom e integrarsi a forza,Pietro sembra compiere un percorso inverso con i suoi capelli incolti e i suoi baffoni a manubrio.Ancona,il suo mare,il suo porto,il suo cielo sono la fine temporanea della loro fuga.Almeno quella di Pabe che deve abbandonare il lavoro perchè hanno scoperto la sua etnia e sente il bisogno di ritornare a Milano al suo campo nomadi trovandolo raso al suolo dalle ruspe.Il film di Soldini è un racconto di frammenti di esistenza,di travaglio interiore,di ansia ,di inquietudine,quella che assale Pietro assieme all'epistassi(che dopo un periodo in cui era sparita ritorna quando Pabe se ne ritorna da sola a Milano) che lo spinge a farsi vedere da un medico e a fare delle analisi:ma il medico sentenzia che è troppo stress.Lo stress di una vita solitaria passata in un supermercato stracolmo di gente,forse Pietro è attratto da quella zingara perchè sa che cosa vuol dire essere randagio.Forse questo film racconta un'utopia amputandole il lieto fine perchè i due protagonisti che passano il film a voler sembrare quello che non sono si accorgono di quanto ogni loro tentativo di fuga è stato vano.Ma Soldini non viene mai meno al suo stile minimalista,racconta tutto senza retorica,riesce a rendere credibili personaggi che si perdono nelle architetture disumanizzanti di Milano e che quasi miracolosamente si ritrovano cercando di non perdersi più.In questo è aiutato da due attori splendidi:difficilmente ho visto una prova attoriale così intensa come quella di Bentivoglio che aderisce come un guanto al suo personaggio e anche lo sguardo della rom di origine ungherese Maria Bakò è di quelli che non si dimenticano tanto facilmente.Come non si dimentica questo film.

Su Silvio Soldini

questo film contiene Soldini e le tematiche ricorrenti del suo cinema narrate al meglio

Su Fabrizio Bentivoglio

prova eccellente

Su Mària Bàkó

uno sguardo che non si dimentica tanto facilmente

Su Philippine Leroy-Beaulieu

personaggio secondario

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