Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film
Tatjana è probabilmente il film più inquietante di Kaurismaki: già solitamente l'autore finlandese esprime un disagio interiore comune a tutti i suoi personaggi con lunghe pause, diffusi silenzi, dialoghi laconici, situazioni di vita precarie ad un passo dal baratro (la galera, la morte, l'oblio); qui addirittura queste caratteristiche vengono portate all'eccesso, amplificate e dilatate ben oltre la solita misura. Quattro soli personaggi per un'ora di pellicola, poche battute e scarsissime informazioni su di loro, una trama sottilissima e priva di grandi colpi di scena, con un finale che non si fa spiegare, non si presta ad alcuna interpretazione chiara, mostrandoci solamente quanta poca considerazione abbiano delle loro esistenze i protagonisti. Due donne sole, due uomini soli, un road movie che ha ben poco della 'road' (pochi sono i momenti effettivamente ambientati lungo la strada), quattro cammini che si incrociano e proseguono senza sapere perchè, senza alcuno stimolo vitale che diriga in maniera decisa alcuno di loro. Il personaggio meglio caratterizzato è certo quello di Reino/Pellonpaa, meccanico ubriacone appassionato di musica rock; convinto di essere un vero duro, in realtà non spaventa nessuno. Negli evidenti difetti comunicativi, dovuti anche alle diverse lingue parlate dai personaggi, si può ravvisare qualche reminiscenza bergmaniana (Il silenzio), come può farsi nell'apatica rassegnazione (Sete); questo indolente procedere senza alti nè bassi, sempre ad un passo da una tragedia che non avverrà mai, è la maniera di Kaurismaki di raccontare la vita: nulla di speciale, ma nemmeno questo gran dramma (se non altro nella sua quotidianità). Ma lo farà (e l'ha già fatto) meglio altrove. 5,5/10.
Due amici finlandesi si mettono in macchina per un giretto; caricano due autostoppiste che vanno verso il molo: torneranno in Estonia. Nonostante non ci sia dialogo, nè approccio fra i quattro, uno dei due uomini deciderà di rimanere in Estonia.
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