Regia di Anthony Asquith vedi scheda film
La regia è quanto di più bolso e approssimativo si possa immaginare, con errori clamorosi di ambientazione e immagini della più stucchevole retorica per quanto riguarda le scene di ambientazione italiana. Già infastidisce non poco la panoramica di Genova con sottofondo di mandolini alla napoletana, come nella più bieca tradizione anglosassone di identificare tutto il Paese con le note di "O sole mio", con tutto il rispetto per Napoli che è una bellissima città.I mandolini continuano a Firenze e a Roma mentre sullo schermo si susseguono personaggi-macchietta tra i più fastidiosamente corrivi alla tipicizzazione italica vista dall'estero. Segue una panoramica di un luogo di mare incantevole con la critta "Trieste": non credo Asquith non abbia avuto modo di procurarsi una cartolina della città, ma ciononostante, quella che si vede è una città che Trieste assolutamente non è , e ve lo dico io che sono triestino. Dopodichè la Bergman, per andare da Trieste a Belgrado in macchina, si addentra nelle Alpi con l'intenzione di passare per Lubiana: anche qui una semplice occhiata a una carta stradale o anche semplicemente geografica avrebbe salvato il regista dallo sfondone, ma già, la Bergman doveva incontrare i partigiani jugoslavi praticamente nel Tirolo tra verdi valli e cime innevate, per cui facciamola pure girare a zig-zag a bordo della sua Rolls Royce.Incredibile!!
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