Regia di Karl Freund vedi scheda film
L'immagine dell'arto trapiantato dall'altro corpo che ha vita a sè e memoria della vita precedente, è rimasta in qualche modo nell'immaginario orrorifico comune; per quanto ingenua e fuori posto, rispetto ad un Frankenstein, ha la sua efficacia. Resta comunque un film datato che mantiene la sua carica tensiva soltanto grazie all'immenso Peter Lorre, ambiguo e inquietante come sempre. Fa sorridere la necessità di far fare a Frances Drake anche la parte della statua di cera, costretti dai limiti dell'epoca che non permettevano effetti speciali anche solo vagamente moderni. Un film che mi sento di consigliare ai cinefili ma che non ha molte attrattive per lo spettatore moderno in cerca di brividi, sicuramente nel suo contesto ebbe un impatto molto più forte.
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