Regia di Sergio Corbucci vedi scheda film
Corbucci, già attivo da circa tre lustri, in quegli anni si stava specializzando nel (redditizio e non molto costoso) genere dello spaghetti western; la sua definitiva consacrazione nel filone arriverà però solo qualche mese più tardi con Django. E basta paragonare il tenebroso fascino maledetto di Franco Nero, in quest'ultimo film, con lo sguardo vacuo del belloccio Mark Damon/Johnny Oro per capire cosa ancora non funzioni perfettamente; la trama è qui complicata quanto basta, con il più classico dei buoni-spietati che si trova a dover affrontare una serie di nemici - da eliminare rigorosamente a suon di revolverate - e con una costruzione narrativa lineare, di sfida in sparatoria, di minaccia sbruffona in assalto feroce, inevitabilmente finalizzata al duello conclusivo fra Oro ed il suo rivale Juanito Perez (con colpo di scena finale a dir poco aberrante: Oro che acceca il nemico con il riflesso del sole). Non un brutto lavoro, ma certo nemmeno granchè brillante, con caratterizzazioni stereotipate ed attori di poco charme; nel cast troviamo comunque anche nomi non trascurabili come Ettore Manni, Valeria Fabrizi e Pippo Starnazza; sceneggiatura di Franco Rossetti e Adriano Bolzoni, musiche probabilmente non ispiratissime, ma funzionali al tipo di prodotto, di Carlo Savina. 4,5/10.
Johnny Oro è un cacciatore di taglie; stermina tutti i terribili fratelli Perez tranne il più piccolo, Juanito, sul quale non pende taglia, ma che è comunque una carogna. Alleatosi agli apache, Juanito organizza la vendetta contro Oro, nel frattempo finito in prigione nella pacifica cittadina di Coldstone per possesso d'arma da fuoco. Sarà uno scontro all'ultimo sangue.
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