Regia di Sergio Corbucci vedi scheda film
Un Corbucci non dei migliori .....
Uno spietato cacciatore di taglie , per aver ucciso una famiglia di bandidos messicani , scatena la vendetta del loro fratellino minore .... Il grande Sergio Corbucci fa le prove generali per Django , con il protagonista di questo film implacabile e nerovestito , ma si deve essere accorto di non aver sfornato un capolavoro . Infatti la cosa curiosa è che , benche sia stato girato un anno prima di " Django " , per motivi produttivi uscì solo un anno dopo . Per di più in alcuni paesi il suo protagonista fu storpiato in Johnny Ringo per sfruttare il successo della pellicola con Giuliano Gemma . Il film non è brutto ma è molto discontinuo , alternando momenti buoni ( le belle scene d' azione ) a perdite di tempo e riempitivi per arrivare alla durata canonica . Abbondano perciò le lunghe cavalcate in campo lungo tra i selvaggi paesaggi castigliani ( unici esterni non italiani ) o scene inutili come quella ( pessima ) della canzone nel saloon . Il protagonista poi è un personaggio parecchio estremo , un infallibile pistolero privo di sentimenti e che ama solo l' oro ( come dice chiaramente l' infantile canzoncina che fa da main theme ) , tanto da far saltare in aria mezzo paese pur di battere gli avversari e da non versare nemmeno una lacrima per l' uccisione dell' amica/amante . E pure il co-protagonista non scherza a stranezze , visto che è uno sceriffo tutto di un pezzo ( da classico western all' americana ) , talmente ligio al dovere da rischiare seriamente la vita di moglie e figlioletto pur di non recedere dai suoi principi . Uno detestato pure dai suoi compaesani , che preferiscono fuggire in massa dal villaggio piuttosto che combattere al suo fianco ! Il registro generale del film è serio e non manca persino qualche scena più violenta del previsto ( vediamo due donne , un prete ed un bambino uccisi a sangue freddo ed un colpo di accetta in pieno volto ! ) ma ogni tanto affiora qualche siparietto allegro , affidato principalmente al simpatico Pippo Starnazza .
Mark Damon ( nonostante gli occhi bistrati ed i baffetti da sparviero ) sarebbe anche un protagonista abbastanza carismatico , in grado di alternare durezza ed ironia , peccato che trascorra metà film in prigione . Un buon Ettore Manni , non ancora imbolsito , è l' ostinato tutore della legge che ha come modelli Gary Cooper e John Wayne . Nel resto del cast si notano Valeria Fabrizi nei panni dell' improbabile cantante del saloon e Giovanni Cianfriglia come improponibile indiano apache a capo di una banda di pellirossa reclutati al Testaccio . Modeste le locations palesemente laziali ed efficace la colonna sonora di Carlo Savina ( a parte la canzone ! ) , per una pellicola che tirando le somme può meritare un 6-- .
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