Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Carlo Piergentili è un abitante della cittadina di Spoleto, dove conduce una tranquilla vita insieme alla moglie Serena, senza figli e con un impiego come orchestrale. Alla morte della madre, torna a vivere con lui la sorella Silvia, molto più irrequieta, poco stimata dal resto della famiglia e della quale non aveva notizie da anni. La giovane donna s'è trovata nei guai con la giustizia, s'è lasciata alle spalle diversi uomini ed ha avuto un figlio, al momento ospite di un istituto all'estero, al quale non vuole rinunziare. Carlo Verdone racconta una storia sospesa tra commedia e dramma, la quale descrive un rapporto tra fratello e sorella molto diversi tra loro ed altrettanto "diversamente" affezionati l'uno all'altra. Carlo, sia perchè d'indole remissiva, sia perchè speranzoso di poter aiutare la sorella, in qualche modo, a fare ordine nella propria vita, asseconda Silvia in progetti che non le portano quella tranquillità in cui egli confida, poichè la ragazza, un po' per carattere, un po' per malizia, continua ad assecondare i propri istinti e la propria ansia di libertà. L'uomo, in conclusione, recupera un rapporto familiare interrotto, ma spinge Serena ad allontanarsi. La moglie ha un ruolo di "terzo incomodo" tra i due; ella non condivide con il protagonista altro che una vita sedentaria ed il lavoro. Il ritorno di Silvia spazza via la tranquillità; pone in dubbio il ruolo di Serena quale "padrona di casa", poichè, di fatto, l'appartamento è di proprietà dei due fratelli; distoglie Carlo dalla sua attività lavorativa. Lentamente, Serena matura queste consapevolezze ed un risentimento, che l'allontanano definitivamente dal marito. L'espressività di Carlo Verdone - un classico piccolo borghese che tiene molto alle apparenze e vorrebbe vedere tutti, anche se solo di facciata, felici - e qualche sequenza comica consentono di classificare questo film come commedia; gli argomenti trattati, tuttavia, sono seri e drammatici. Oltre al regista, nelle vesti di Carlo, ho apprezzato la bella Ornella Muti nel ruolo della capricciosa ed istintiva Silvia, molto dolce, ma in grado, se necessario di "sfoderare gli artigli". Il "curriculum" del personaggio contrasta un po' con la bellezza quasi eterea dell'attrice; non sembra una persona segnata dalla vita. Apprezzabile, infine, Elena Sofia Ricci nel ruolo di Serena. Sono rimasto soddisfatto a metà per la visione. Ho apprezzato la scelta degli argomenti trattati, la caratterizzazione dei personaggi e la costruzione dell'evoluzione del rapporto tra gli stessi; meno, la struttura della narrazione, che prevede il ripetersi costante di uno schema per il quale Silvia coinvolge Carlo in un evento "risolutivo", il quale puntualmente non risolve nulla.
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