Regia di Nunzio Malasomma vedi scheda film
Alla fine della seconda guerra mondiale gli abitanti di un paesino ligure, rimasti senza una casa dopo i bombardamenti, trovano riparo nel convento di frate Angelo. Ma l'edificio sacro viene ben presto ceduto a un affarista senza scrupoli e frate Angelo deve inventarsi qualcosa per non dover sgomberare il convento.
Arriva leggermente fuori tempo massimo, questo Il diavolo nel convento, che si propone come una di quelle commedie brillanti (e inoffensive) che imperversavano sugli schermi nostrani nel decennio precedente; eppure, raccontando una storia sostanzialmente di impianto neorealista come questa, gli esiti sarebbero potuti essere facilmente molto differenti. Ma il regista Nunzio Malasomma non è mai stato ansioso di spingersi all'avanguardia, accontentandosi anzi di portare avanti un modesto artigianato popolare; in mano sua Il diavolo in convento – anche grazie alla presenza di Gilberto Govi nel ruolo principale – finisce per essere un centinaio di minuti di mero intrattenimento senza particolari morali, dalla confezione accurata quanto basta. Tra gli interpreti affiancano il già citato Govi Mariella Lotti, Carlo Ninchi, Ave Ninchi, Nerio Berardi, Mario Pisu, Georges Galley, Barbara Florian e Leopoldo Valentini; vale la pena citare anche, per quanto riguarda il cast tecnico, Angelo Francesco Lavagnino per la colonna sonora e Leonida Barboni che si occupa della fotografia. Da una novella di Mario Amendola viene la sceneggiatura, che vede Malasomma spartire i crediti con Paolo Campanella, Vincenzo Talarico, Gabriele Varriale e con lo stesso Gilberto Govi; l'idea di partenza è senz'altro simpatica, ma forse la durata è un po' eccessiva e il ritmo della storia ne risente in più momenti. 3,5/10.
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