Regia di Flavio Mogherini vedi scheda film
Ci dò che ci dò che ci dò: l'unico tormentone sopravvissuto a dieci anni di carriera della coppia Gigi & Andrea. Il che già offre in maniera eloquente un'idea sul livello intellettuale della comicità di questo duo - sia detto comunque - affiatato, sufficientemente dotato ed equilibrato (Gigi la spalla, Andrea il protagonista), che negli anni '80 si conquistò una discreta fetta di popolarità televisiva e cinematografica. Purtroppo il prodotto riflette però la volgarità e la povertà della comicità dei due: si parla solo di infiocinare quante più donne (vittime, in sostanza) possibile e la gara di machismo oltranzista è interrotta solamente da qualche breve parentesi surreale-nonsense di Giorgio Bracardi. Stop, non c'è davvero altro: sceneggiatura del regista con Clerici, Mannino e Puente (non un team di grandi nomi, insomma), un po' di curve della Poggi (piacente, per carità: ma non è la Fenech o la Carati) esposte qua e là e la curiosa scelta di dare il nome Ofelia alla protagonista femminile, come nel secondo film da regista per Mogherini, nonchè suo primo successo (Per amare Ofelia). Davvero pochissimo, troppo poco. 2/10.
Il virile camionista Rocky, sempre a vantarsi delle sue smodate imprese sessuali, conosce la provocante benzinaia Ofelia: è subito sesso. Quando però lei fraintende le intenzioni di lui con un'autostoppista, comincia una rude rivalità: Ofelia prende la patente per camion, disposta a tutto pur di fargliela pagare.
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