Regia di Giuseppe Colizzi vedi scheda film
Film bizzarro per metà serioso (prima parte) e per metà grottesco (seconda parte) che dà l’impressione che si sia voluto proporre uno spaghetti western diverso dal solito, ma che, poi, si abbia avuto paura di farlo in modo deciso. La regia di Colizzi è sufficiente anche se ha il limite di soffermarsi troppo su alcune scene eccessivamente lunghe (vedi i vari balletti o la scena con i trapezisti che compiono un numero in mezzo ai fuochi di artificio) con il risultato di rendere meno scorrevole la visione. La sceneggiatura è semplicissima, ma nonostante questo si rivela un po’ faragginosa con la proposizione di scene non strumentali alla storia.
Nel cast artistico si segnala la presenza di un simpaticissimo Montefiori (alias George Eastman) non ancora impiegato nel ruolo del cattivo di turno e del biondo Luciano Rossi (che tutti conosceranno per aver interpretato “Timido” nel film “Lo chiamavano Trinità”).
In definitiva trovo “La Collina degli stivali” un prodotto sicuramente importante per lo sviluppo della coppia Spencer-Hill, ma decisamente inferiore ad un film più serio come “Dio perdona e io no!” o ad uno più scanzonato come “Lo chiamavano Trinità”. Né carne, né pesce. Voto: 6
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