Regia di Giuseppe Colizzi vedi scheda film
Il film ha un ritmo molto lento nonostante la storia, nei suoi elementi atipici, sia un’idea carina che forse avrebbe potuto concretizzarsi meglio. La storia in quel d’Almeria coinvolge oltre i diretti interessati, Spencer e Hill, anche un circo tra cui troviamo Woody Strode e Lionel Stander. Uno degli elementi atipici del film è la presunta relazione omossessuale tra Strode e il giovane trapezista di colore. Presunta perchè oltre a qualche sorrisino di troppo tra i due, le varie apprensioni reciproche tipiche di una coppia, e la sete di vendetta di Strode dopo la morte del giovane trapezista, non c’è nulla di più esplicito a confermarci una relazione sessuale. Ci piace però pensare che fossero solo le sane attenzioni di due amici, visto che l’amicizia, tema portante insieme all’amore della quasi totalità della produzione cinematografica di sempre, non trova spesso storie in cui esplicarsi oltre la canonica rappresentazione del cameratismo. Oltre a questo, l’altro elemento che incuriosisce è proprio il circo, coi suoi nani, le sue ballerine i suoi uomini volanti. Un’iconografia felliniana gettata nel deserto di Tabernas ha la capacità di marchiare il film di Colizzi non come un prodotto classico, ma originale. Purtroppo la sua regia si ferma all’intenzione, e nonostante un buon cast tra cui George Eastman e Glauco Onorato nel ruolo del cattivo, il film non sa toccare le corde più sensibili degli spettatori western.
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