Regia di Edward Buzzell vedi scheda film
Senza Irving Thalberg in sceneggiatura (il copione è firmato da Irving Brecher), ma con le garanzie di una carriera ormai consolidata e di uno schema infallibile su cui costruire i loro film, i fratelli Marx arrivano al nono lungometraggio, con l'invidiabile ritmo di quasi uno all'anno, senza grandi idee, ma con un repertorio indiscutibile e fieri del loro inequiparabile artigianato. Vanno in scena tutti i consueti cliché: Groucho e la sua parlantina, i duetti con Margaret Dumont, i numeri al piano di Chico e all'arpa di Harpo, il belloccio (nel ruolo che fu di Zeppo a inizio carriera dei fratelli) e la belloccia nella storia sentimentale di contorno, più un paio di canzonette. Forse il prodotto è un po' più sconclusionato e raffazzonato del solito, ma davvero si potrebbe chiedere di più? Il ritmo è comunque altissimo, le gag slapstick data l'ambientazione circense abbondano, le trovate linguistiche e visive sono sempre a ottimi livelli: non è difficile accontentarsi, in questo caso. 6,5/10.
Un circo in crisi finanziaria viene salvato da un intraprendente – quanto ottuso e farneticante – avvocato e dai suoi due aiutanti intrallazzoni.
(Re-visione 17/11/21)
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