Regia di Edward Buzzell vedi scheda film
"Tre pazzi a zonzo" fa già parte della parabola discendente dei Fratelli Marx al cinema. Si può tranquillamente affermare che con "Un giorno alle corse" (1937) i tre geniali fratelli americani avevano detto tutto. Dopo quel film (nel mezzo c'è "Room Service" del 1938), si limiteranno a ripetere una formula già collaudata, senza aggiungere elementi nuovi, nel tentativo di sfruttare i loro punti di forza più sperimentati e via via sempre più logori. Costretti a questo modus operandi dalle nuove strategie della Metro Goldwyn Mayer, specialmente dopo il decesso del geniale produttore Irving Thalberg, i Marx non riescono più a dare il meglio di sé stessi. Nonostante che qualche gag riesca ancora a divertire il pubblico, i pezzi musicali cominciano a diventare fastidiosi (fa eccezione Groucho che si esibisce in "Lydia, The Tattooed Lady"), le situazioni ripetono quelle più famose dei film precedenti: così quella del distintivo ricorda (in peggio) quella della parola d'ordine di "Horse Feathers" (1932), mentre quella della casetta del nano ricalca quella della cabina della nave di "Una notte all'opera" (1935). (6 giugno 2008)
Il giovane Jeff Wilson, proprietario del Circo Wonder, è diseredato dalla ricca zia Mrs. Dukesbury. Oberato dai debiti, dovrà cedere il circo se non pagherà l'avido John Carter. Quest'ultimo, con l'aiuto del forzuto Goliath e del piccolo professor Atom, deruba Jeff dei soldi degli incassi del circo, costringendo il giovane a dichiarare fallimento. Interverranno in suo aiuto l'acrobata circense Punchy, il musicista italoamericano Pirelli e il bislacco avvocato Loophole.
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