Regia di James Ivory vedi scheda film
Un capolavoro delicato, fine, elegante e intrigante in cui tutto funziona alla perfezione.
Un film elegante e attraente come un affresco antico, con scenografie finemente disegnate che basterebbero da sole a coinvolgere lo spettatore e che fanno da sfondo a una storia affascinante e attraente da cui è impossibile distogliere lo sguardo. All'interno di un'enorme casa tanto vasta quanto claustrofobica, si aggira il maggiordomo Hopkins il cui carattere è così dedito al lavoro, i cui modi sono così raffinati quanto controllati da impedirgli di esprimere ogni sentimento che abbia una qualche parvenza umana. L'arrivo della nuova governante della casa Thompson, di cui chiaramente si invaghisce, non lo smuoverà dal suo modo di fare; tuttavia è esemplare e magistrale la prova d'attore di Hopkins e il suo modo di mostrare una sofferenza interiore anche con un piccolo battito di ciglia, con uno sguardo lievemente più desolato, con una camminata meno sicura e controllata o con un triste sorriso appena abbozzato. Anche la governante sembra provare qualcosa per lui ma l'uomo è talmente impenetrabile e dedito al servizio da rendere la loro storia un amore (o qualcosa del genere) squisitamente platonico, basato interamente su sguardi timidi, sui gesti, sulle provocazioni e soprattutto su ciò che non viene detto; il loro è un amore strozzato tra i più romantici e avvolgenti della storia del cinema.
Sullo sfondo c'è l'entrata dell'Inghilterra nella Seconda Guerra Mondiale, che il padrone di Hopkins e della Thompson, senza saperlo, appoggia attraverso la sua ingenua alleanza coi tedeschi. Il padrone, interpretato da James Fox, brilla per eleganza e correttezza, ma anche per dilettantismo totale, tantoché lo spettatore non riesce mai a condannarlo troppo.
Quel che resta del giorno è un capolavoro delicato, fine, elegante e intrigante in cui tutto funziona alla perfezione, dalle scenografie alla minuziosa costruzione dei personaggi, inclusi quelli minori. Ma in particolare sono i due interpreti principali a rendere la storia emozionante e interessante e in particolare le loro psicologie contrastanti e i loro sentimenti ed emozioni mai comunicati e sempre soffocati. Su tutto spicca, come accennavo sopra, l'interpretazione di Hopkins che davvero resterà negli annali. Il suo sguardo vagamente sofferente e malinconico aleggia per tutto il film e sull'atmosfera di una casa bellissima quanto asfissiante da cui non riesce né a fuggire né a liberarsi.
Sullo sfondo c'è anche una velata critica all'Inghilterra di quel periodo, un paese ingessato da modi e tradizioni spesso antiquate che portano, a livello politico, una parte del paese a cadere nella trappola di considerare i nazisti degli 'amici' e che, a livello umano, impediscono la reale espressione dei sentimenti.
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