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Quel che resta del giorno

Regia di James Ivory vedi scheda film

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La recensione su Quel che resta del giorno

di Antisistema
9 stelle

James Ivory é salito di recente agli onori della cronaca, grazie all'oscar per la miglior sceneggiatura vinto con il film Chiamami con il tuo nome di Luca Guadagnino (2017), ma come qualcuno ben sa, tale autore ha un lunga carriera registica alle spalle, la quale ha toccato l'apice della creatività tra la mèta degli anni 80' ed i primi anni 90', raggiungendo il miglior risultato con Quel che resta del giorno (1993).

Ivory é sbeffeggiato da parte della critica e da numerosi detrattori che lo hanno soprannominato "arredatore", per via del fatto di infiocchettare una messa in scena perfetta a livello monetario, potendo permettersi mobili, suppellettili ed arredamenti disponendoli in modo impeccabile nello spazio scenografico, ma in fin dei conti le sue pellicole sono vuote.

 

Anthony Hopkins, Emma Thompson

Quel che resta del giorno (1993): Anthony Hopkins, Emma Thompson

 

Sono accuse connaturate al suo modo di fare un cinema estremamente letterario, ma con Quel che resta del giorno, il formalismo di Ivory raggiunge il suo estremo, riuscendo però al contempo a farsi sostanza. 

Lo sguardo del regista è focalizzato sul capo maggiordomo Stevens (Anthony Hopkins), il cui mondo praticamente si ferma alla cura e alla gestione dell'enorme residenza di Darlington Hall, di proprietà di Lord Darlington, un'affabile quanto rispettabile gentiluomo aristocratico inglese con delle tendenze politiche pro-naziste. Stevens é la personificazione di ciò di cui é accusato il cinema di Ivory; cioè é un vuoto magnificente. Per Stevens la sua vita consiste nel compiacere nel miglior modo possibile il padrone della residenza, organizzare in modo impeccabile le riunioni politiche di impotanza anche mondiale che si tengono in tale posto e occuparsi del personale.

 

 

Stevens é sostanzialmente un anaffettivo emotivo, tanto da usare il lei con ogni persona verso cui si rivolge (compreso suo padre), entrando spesso in contrasto con Ms. Kenton (Emma Thompson), governante della casa ma dal temperamento più emotivo e caldo, rispetto alla freddezza del capo maggiordomo.

Per Stevens tutto ciò che lui deve sapere, si limita all'organizzazione nel miglior modo possibile della giornata a Darlington Hall, non ha una sua posizione politica, non ha una coscienza di classe e non ha un'idea di cosa stia avvenendo nel mondo; in pratica è un essere che si ferma al solo lavoro ed eternamente sospeso nella bolla temporale incarnata dalla vastità e dall'ampiezza di questa enorme residenza di campagna. La perfezione formalistica coincide con la sostanza della vita di questo capo maggiordomo, la quale a sua volta combacia con il non prendere una posizione chiara da parte del regista, che di certo non prende le distanze dalle idee di Lord Darlington, né comunque dona una presa di coscienza personale sull'argomento a Mister Stevens, al quale quando vengono poste delle domande di politica e società, non può che dire di non avere alcuna idea in proposito.

Essere un maggiordomo per Stevens, significa pensare come maggiordomo in ogni momento, senza fuoriuscire mai dal ruolo.

 

 

Non credo si possa accusare Ivory in questo film di conservatorismo come nel precedente film Casa Howard (1992), dove il regista era pro-aristocrazia; qui piuttosto ci troviamo innanzi ad un uomo la cui esistenza mira al perfezionamento lavorativo totale, la cui esistenza coincide con quella di Darlington Hall, venendo meno quest'ultima, probabilmente verrebbe meno anche lui, come d'altronde succede al padre di Stevens quando verrà degradato a mansioni inferiori.

É un personaggio molto triste, che grazie alla riuscitissima perfomance di Anthony Hopkins, si riesce a comprendere nel corso del film la sua filosofia di vita, seppur rigida e iper-formale. La riuscita della pellicola risiede in questa operazione da parte di Ivory nel trasferire il suo estetismo ad un personaggio, messo in scena in modo minimale e sopraffino dall'attore inglese. Ottima anche Emma Thompson, nella sua miglior interpretazione della carriera, dopo la quale nel giro di 3-4 anni sparirà dalla circolazione per molti anni dai film che contano. Da segnalare anche il buon Christopher Reeve, che si scrolla di dosso gli ingombranti panni di Superman, mostrando che poteva avere possibilità di carriera se l'incidente maledetto a cavallo non lo avesse paralizzato. 

 

Anthony Hopkins

Quel che resta del giorno (1993): Anthony Hopkins

 

Quel che resta del giorno è tutto Ivory ed il suo cinema, cosa che potrebbe scoraggiare i suoi detrattori, ma in questa pellicola il regista ha un approccio molto più maturo verso la materia filmica, avvalendosi anche di due attori che interpretano in modo stupefacente questi due personaggi, che privi di tali attori, probabilmente non avrebbero reso mai cosi bene sullo schermo, né si sarebbero fatti portatori dell'Ivory pensiero. É una pellicola sottile e meditata, forse troppo calcolata (ma inevitabile con Ivory), eppure questa volta sorretta da un'idea filmica che tiene per tutta la propria durata.

Il film ebbe un buon successo ed ottime critiche, con molte nomination agli Oscar, ma venne sconfitto dall'inarrestabile Schindler's List di Steven Spielberg.

 

 

Film aggiunto alla playlist dei capolavori :

//www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297

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