Regia di Edward Sedgwick vedi scheda film
Anche se per me Buster Keaton tocco' il massimo della sua arte nei due capolavori assoluti "Sherlock jr." e "The general", "The cameraman" è sicuramente uno dei suoi film migliori, pur rappresentando purtroppo anche il suo canto del cigno. È il primo film che girò alla Mgm e la regia è accreditata ad Edward Sedgwick, anche se Keaton partecipò comunque ad essa, pur non essendo citato nei titoli come regista. È una pellicola che già si inserisce nel discorso meta-cinematografico, risultando in anticipo sui tempi nella sua riflessione sugli effetti della ripresa filmica sulla realtà, e in curiosa sintonia con "L'uomo con la macchina da presa" di Dziga Vertov, uscito l'anno successivo. Ci sono diverse sequenze degne dei migliori film degli anni d'oro, ma citerei almeno Buster che cerca di mettersi il costume da bagno in una cabina occupata da un uomo corpulento, e tutta la parte finale a Chinatown con la scimmietta che riprende il comico che si destreggia in mezzo agli attacchi dei malavitosi cinesi. Le gag e le acrobazie fisiche raggiungono spesso l'eccellenza, mentre l'intreccio romantico con la ragazza che lavora per una casa di produzione è gustoso, ma resta su binari abbastanza collaudati (ma straordinaria almeno la scena in cui la ragazza continua a parlare al telefono mentre Buster la raggiunge correndo per tutta la città). La durata di soli 70 minuti aiuta a mantenere un ritmo alacre, tanto che il film può essere visto senza annoiarsi anche dagli spettatori non avvezzi al cinema muto. Purtroppo la carriera di Keaton volgeva già al termine nel 1928, ma ciò non impedisce a "The cameraman" di inserirsi tra i suoi film più spassosi e ingegnosi.
Voto 9/10
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