Regia di Woody Allen vedi scheda film
Due giorni di isolamento che possono cambiare la vita.Una casa che è muto sfondo ai vari personaggi che si affannano forzatamente ad abitarla.Un crescendo di incomprensioni,un crudele gioco al massacro dove è sempre il più debole che soccombe.Ma l'urlo è silenzioso:Allen dirige un film silenzioso ammantato delle calde luci della fotografia di Carlo Di Palma che fa miracoli quando nella casa viene a mancare la corrente.Un film bergmaniano ma anche memore di echi cechoviani ,intimo come Interiors in cui Allen preferisce di nuovo non apparire di fronte alla macchina da presa e soprattutto preferisce il dolore sordo,lancinante alle urla .Un opera travagliata,giudicata importante dallo stesso autore che però ha il torto di avvolgersi su se stessa in una circolarità senza sbocchi e i personaggi tutto ad un tratto appaiono nel loro disegno minimale,quasi spogliati delle loro attrattive in un continuo andirivieni di parole.Ed emerge il sapore acre del deja vù perchè soprattutto nel finale nel duello rusticano all'ultimo sangue,pardon affronto,tra madre e figlia sono troppo evidenti le reminiscenze dell'ultima parte di Interiors.La recitazione è volutamente rafffreddata,l'insieme da l'idea di teatro filmato,sembra quasi che siamo a teatro..ma poi dal nulla appaiono i titoli di coda,scritta bianca su campo nero....
il film è di stampo teatrale e non fa nulla per nasconderlo
travagliata,sensibile,la migliore del cast
indecifrabile
è molto brava
anche lui se la cava bene
una vera e propria arpia
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