Regia di Woody Allen vedi scheda film
Il secondo tentativo di Allen di rifare il suo idolo assoluto Bergman (il primo fu una decina di anni prima Interiors, con scarsa fortuna) è di nuovo un po' deludente: il gesto è volenteroso, sentito, accurato e pertanto apprezzabile, ma i toni e i modi del Maestro sono per forza di cose irripetibili, soprattutto se si trasla il groviglio di (mancanza di) affetti, legami, nevrosi, cose dette e non dette in una tranquilla casetta americana ed il sottofondo jazzato stempera l'inequivocabilmente bergmaniano montare della tensione. Ne risulta un mezzo polpettone, tutto girato al chiuso in qualche stanza e dai risvolti simil-soap fra i personaggi: un Allen da evitare, ma soprattutto un Allen atipico e - la sensazione è questa - un po' forzato nello scimmiottamento dei drammoni del regista svedese. Il terzo tentativo, Un'altra donna, raggiungerà due anni dopo esiti migliori.
Quasi settembre: padre, madre, figlia e amici di famiglia si ritrovano in una casa di campagna; fra storie d'amore impossibili ed antiche tensioni fra le due donne, l'atmosfera si fa un poco alla volta invivibile, nel giro di due sole giornate.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta