Regia di Woody Allen vedi scheda film
Tra i film di Allen, Settembre è uno di quelli che più esplicitamente rendono il loro tributo al cinema di Bergman, ma il suo limite sta in una struttuta teatrale fin troppo evidente, che finisce per penalizzare la pellicola rendendola piuttosto statica e verbosa, nonostante l'eccellente resa della fotografia di Carlo Di Palma e l'indubbia competenza del regista nel posizionamento della macchina da presa. Anche a livello di drammaturgia non sembra portare granchè di nuovo, la costruzione della trama è debitrice di modelli "alti" come Bergman e Cechov e si rifà esplicitamente allo scandalo della figlia di Lana Turner condannata per aver ucciso il gangster Johnny Stompanato (anche se pare che fu la diva stessa ad esserne responsabile). Ciò che riscatta il film e lo porta su livelli almeno discreti è la recitazione: Woody è riuscito a trarre il massimo dal talento drammatico di Mia Farrow, l'anziana Elaine Stricht avrebbe meritato una nomination all'Oscar e Dianne Wiest è sensibile e trepida senza inutili affettazioni. I maschi sono ugualmente bravi, ma i personaggi più interessanti restano quelli femminili.
voto 7/10
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