Regia di Giulio Paradisi vedi scheda film
L'italiano all'estero, questo conosciuto. Cavallo di battaglia di molti grandi attori di casa nostra, dallo specialista Sordi a Mastroianni, il tipo ritorna in questa commedia drammatica a firma Giulio Paradisi che aveva girato il leggerino ma gradevole "Tesoromio", con lo staff di una "spaghetti house", ristorante facente parte di una catena di luoghi di convitto a tema, capeggiato dal volitivo Nino Manfredi, che intende metter su un locale insieme ai colleghi. Sfortuna vuole che proprio il giorno del grande annuncio, tre neri disperati entrino per una rapina e rimangano bloccati con il personale come ostaggio all'interno del ristorante: a questo punto il film si fa più ambizioso e a rischio, più interessante ma anche più risaputo. Tra sequestratori e ostaggi nasce un'intesa, una solidarietà che porta a un finale amarognolo ma ottimista dal lato umano. Gli attori fanno bene il loro mestiere, e il film si fa seguire, pur con qualche lungaggine di prammatica: solo che la sceneggiatura tende a incanalare troppo i caratteri, con il romano di senso pratico, il siculo nevrotizzato, il marchigiano ridanciano e il toscano buffone, e non sfrutta le potenzialità di un finale che avrebbe potuto aggiungere molti punti alla pellicola. L'impegno di Manfredi è innegabile, ma non di sola bravura d'attore vive un film.
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