Regia di Peter Glenville vedi scheda film
- - . L'internazionalismo un anno prima del Sessantotto - -
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"I commedianti" è ambientato ad Haiti negli anni Sessanta. I protagonisti sono il console Pineda (Peter Ustinov) sua moglie Martha (Elizabeth Taylor) amante di mister Brown (Richard Burton), proprietario di un albergo nell'isola, e il maggiore Jones (Alec Guinness) un avventuriero presunto eroe di guerra.
Le loro vicende si intrecciano con quelle di una anziana coppia di turisti americani e di pochi giovani haitiani insofferenti del regime di terrore instaurato da Duvalier ad Haiti e intenzionati a prendere le armi per costituire una forza rivoluzionaria e libertaria nel paese.
Fra gli ultimi film pre-Sessantotto, "I commedianti" (1967) è anche pre-contestazione, pre-liberazione sessuale, pre-rifiuto della guerra in Vietnam, temi che compariranno tre anni più tardi con "Fragole e sangue" e con "Zabriskie Point", entrambi del 1970, contribuendo a sancirne il successo.
Il film non può certo anticipare quei temi ma ne tocca altri, come quello - internazionalista lo potremmo chiamare - della sensibilità (o dell'insensibilità) di quelli che stanno bene (potremmo dire i Paesi occidentali oggi) rispetto ai problemi, ai drammi e alle tragedie di quelli dove le cose bene non vanno (oggi Birmania? Hong Kong? o anche a noi più vicini come Turchia? Egitto? Libia?)
E cosa fanno i nostri eroi? Tutto e niente. Incontrano, scambiano idee, in qualche modo cercano di aiutare i giovani che vorrebbero rovesciare Duvalier e cambiare Haiti. Ma per gli haitiani la vita è dura: incancellabili i pochi secondi della scena del chirurgo progressista sgozzato dalla polizia segreta mentre sta operando. Per loro invece la soluzione c'è: sono protetti dall'essere americani o inglesi o… molto ricchi. Della propria vicinanza, sterile, alla spinta libertaria si rendono ben conto e lo verbalizzano in una delle scene-clou del film quando si definiscono da sé "commedianti", nel senso di vicini solo a parole, vicini nei discorsi ma non nell'azione. Comunque poi di cose ne succedono, da vedere.
Probabilmente il film è uscito nel momento sbagliato. Di sicuro ha dei punti deboli, in particolare svolgimento e recitazione della storia dei due amanti (la Taylor e Burton) che deve avere anche risentito dei robusti tagli della versione corrente rispetto a quella originale. Comunque vedere che su FilmTv ha lo stesso punteggio che ha punito lavori di Alvaro Vitali e Massimo Boldi - 4,9 - mi lascia del tutto sconcertato. Poi mi ripeto che è questione di gusti e vedo di farmela passare, si vede che è stato importante e ha segnato solo chi l'ha visto al momento giusto e all'età giusta.
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