Regia di Michelangelo Antonioni vedi scheda film
Il deserto come area di facile sfruttamento immobiliare, come discarica dei soggetti indesiderati della società e come meta di fuga per rivoluzionari. Nel cuore degli Stati Uniti si estende una vasta terra di nessuno, rassicurante ed inquietante al contempo, che, in realtà, è un polveroso regno dell'oblio. Un oblio che, se accolto consapevolmente, diviene sinonimo di una libertà estrema, che ubriaca. All'anima giovane e vitale dei luoghi selvaggi e inesplorati fanno da sfondo le severe architetture di un potere capitalistico e militarista disumanizzato, che costringe un innocente ad uccidere e a morire, stupidamente, solo per il suo modo di sentire e di pensare "fuori dei ranghi". "Zabriskie Point" è un capolavoro silenzioso, che contrappone al cinismo dell'amoralità il cinismo "buono" della ribellione, e di quest'ultimo fa la sua bandiera.
Un lirico road movie capellone, in cui all'immancabile "junk car" si aggiunge un irriverente "junk plane". Quasi uno "screwball" con cadenze drammatiche, risvolti polemici e finale tragico.
Una regia solida e potente cerca, più che la suggestione estetica, la chiarezza concettuale - anche metaforica - della visione.
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