Regia di Giovanni Paolucci vedi scheda film
C'è un motivo - e non è cosa da poco - per ricordare Preludio d'amore, altrimenti anonima pellicola di un regista non particolarmente fortunato, Giovanni Paolucci: in questo film fa il suo ingresso nel cinema dalla porta principale, cioè come protagonista, Vittorio Gassman, fino a quel momento impiegato solo in parti minori. Il giovanissimo (25 anni appena) attore già dimostra di possedere una classe superiore alla media; inspiegabile la decisione di doppiarlo, soprattutto considerando che la voce sarà uno degli elementi di successo della futura carriera del Nostro. Anche per Paolucci è una specie di esordio; in precedenza aveva infatti solamente girato un documentario (La valle del Cassino, 1945) e Preludio d'amore rimarrà uno dei tre lungometraggi a soggetto da lui realizzati prima della prematura scomparsa, nel 1964, neppure 52enne. A dirla tutta il film non è nulla di memorabile, anzi: trattasi di un melodramma che vira verso la tragedia e che mantiene toni popolari e una narrazione piuttosto piatta; c'è però da sottolineare l'introduzione di tematiche contemporanee e un approccio verista nella storia (di Leopoldo Trieste, che scrive la sceneggiatura insieme al regista) che lascia intendere una chiara ribellione nei confronti del cinema d'anteguerra per confluire - più o meno volontariamente - nel neonato movimento neorealista. Fra gli altri interpreti: Marina Berti, Massimo Girotti, Claudio Gora, Lauro Gazzolo, il futuro regista di numerosi sceneggiati tv Silverio Blasi e lo stesso Leopoldo Trieste. 3,5/10.
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