Regia di David Cronenberg vedi scheda film
Meno bello, forse, di altri film di Cronenberg, ma comunque bello. Il regista si dedica a quelli che sono i suoi temi preferiti, in modo comunque originale e non ripetitivo. Mi riferisco soprattutto alle allucinazioni che si confondono con la realtà, la carne, e il sesso visto come esperienza morbosa e sadomasochistica. L'uso degli effetti speciali è massiccio, ma essi non sono mai fini a se stessi e non hanno la mera volontà di stupire e sbalordire (quanto spesso, invece, altrove sono così!). Inoltre non sono effetti digitali, che a me non son mai piaciuti. Sono veri oggetti costruiti con vari materiali, realmente presenti sulla scena, che riproducono gli insetti e gli orrendi mostri partoriti dalla psiche del protagonista, alterata dagli stupefacenti.
La trama non è chiarissima e coerente, ma neppure dovrebbe, perché il film è in pratica una grande allucinazione, ed ha la logica delle allucinazioni. In generale, tuttavia, l'esperienza del protagonista è una specie di allucinazione volontaria, volta a fuggire la tremenda realtà di aver ucciso la moglie per aver fatto con lei un assurdo gioco. Dopo che le più diverse immagini e i più strani incubi lo hanno allontanato dalla realtà, essa gli fa comunque sentire le sue ragioni. Benché ancora distorta, gli si presenta crudelmente agli occhi. Sfuggirle è impossibile.
Alcune sequenze (le migliori) ricordano "Existenz", come quella della fabbrica di "carne nera" usata come droga. Colpisce anche il piccolo episodio di quello strano fabbro che fa uscire dalla fucina la macchina da scrivere trasformata in una testa di mostro.
Un film forse non per tutti i gusti, ma appagante per chi è interessato all'universo di David Cronenberg.
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