Regia di Laurence Olivier vedi scheda film
Drammone a fosche tinte e intelligente riflessione sul fascino del male (l'ombra di riccardo, incombente e avvolgente...), sulla diversità (gobbo e storpio riccardo si "vendica" della natura matrigna seminando morte e distruzione) e sul potere che raramente è una cosa "pulita" (la corona è un simbolo esplicito e ricorrente).
Come in tutti i film di Olivier, credibile e d'effetto.
Quel tremendo naso finto! E' proprio inguardabile!
Oppresso da un trucco pesantissimo, con parruccona e naso di gesso, sfonda il confine tra teatro e cinema rivolgendosi direttamente al pubblico e sfruttando tutte le caratteristiche affabulatorie del personaggio fino a renderlo seducente. Assolutamente non convenzionale, mai intimididto dal testo, incolla lo spettatore allo schermo ipnotizzandolo con lunghi monologhi ed espliciti richiami.
Fragile e stilizzata la sua Anna non è certo un personaggio memorabile, ma non sfigura accanto ad Olivier nella scena di seduzione. Al suo posto avrei menzionato John Gieguld, ottimo ingenuo e onesto Clarenza, destinato ad una macabra fine.
Grandissima spalla nei panni di Buckingham, regge il gioco ad Olivier (nella vita suo grande amico, e si vede) magistralmente e al tempo stesso se ne discosta recitando con naturalezza e realismo un personaggio ipocrita e opportunista.
Perfettamente padrone della tecnica, Olivier non rinuncia a sperimentare. Dopo il bianco e nero di amleto torna al colore e lo esaspera rendendolo quasi irreale, favolistico, dirige superbamente se stesso e gli altri attori e ci delizia con trovate come lo schieramento di soldati "tracciato" dalla punta della spada, o le memorabili apparizioni dei fantasmi verso la fine.
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