Regia di Edoardo Leo vedi scheda film
Giunto ormai al suo quarto film da regista, Edoardo Leo - stella nascente della commedia all'italiana, che in veste di attore al botteghino ha assicurato successoni come Smetto quando voglio e Perfetti sconosciuti - dimostra di avere già esaurito precocemente a sua vena. Che vuoi che sia, programmaticamente leggerissimo fin dal titolo, non fa altro che cambiare i connotati del precedente Noi e la Giulia, affidandosi alla stessa identica struttura: un protagonista che vorrebbe affermarsi con un lavoro onesto, costretto a segretare qualcosa pur di realizzare i suoi obiettivi, il tutto con sfocatissime lenti sociologiche, giusto per tenere in conto la realtà dei nostri tempi.
La vicenda, stavolta, è quella di un ingegnere informatico (lo stesso Leo) che, insieme alla compagna (Foglietta), precaria insegnante di scuola, vorrebbe trovare i fondi per lanciare una app, LavoroAdvisor, per la valutazione dell'operato dei liberi professionisti. Il crowdfounding dà esiti miserabili fino a quando la coppia, in una sera in cui entrambi hanno alzato un po' troppo il gomito, non posta su Facebook un video nei quale dichiara di voler andare in streaming mentre fanno l'amore. A quel punto il video diventa virale e le entrate delle colletta in rete fanno registrare un'impennata inaspettata, con inevitabili effetti collaterali. Cosa fare? Abbandonare definitivamente ambizioni di genitorialità e progetti per il futuro per rimanere sul solco della sobrietà o sfruttare l'occasione?
La chiave del dilemma morale viene giocata da Leo, che ha scritto il copione con Alessandro Aronadio, Marco Bonini e Renato Sannio, in maniera ingenua e manichea e solo qualche battuta disseminata qua e là, la mimica accattivante del protagonista e il colpo di scena finale tengono a galla un film di sconcertante banalità.
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