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Che vuoi che sia

Regia di Edoardo Leo vedi scheda film

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La recensione su Che vuoi che sia

di nickoftime
6 stelle
Dopo un'attività di lungo corso che lo ha visto praticare senza particolare successo le vie più tradizionali del cinema e della televisione la carriera di Edoardo Leo ha ricevuto una svolta in senso positivo con la partecipazione in veste d'attore a film come "Smetto quando voglio", girato da Sidney Sibilla nel 2014, e di "Perfetti sconosciuti" uscito nel corso di questa stagione, che, nel panorama sempre più paludato della commedia italiana, e, in generale nell'ambito della produzione spiccatamente commerciale, rappresentano una tipologia di lungometraggio capace di mettere insieme idee e intrattenimento con una buona dose di originalità. Consapevole del momento favorevole Leo, con intelligenza e senza strafare aveva approfittato dell' improvvisa popolarità per realizzare a cavallo dei lavori appena menzionati "Noi e la Giulia - di cui era regista e interprete - che senza essere all'altezza dei titoli appena citati era stato comunque in grado di fare sue la voglia di fuga e la complicità tutta al maschile che erano state il tratto dominante dei primi lavori di Gabriele Salvatores. Con la particolarità che questo film alla pari degli altri avevano come comune denominatore il fatto di essere storie corali in cui a contare non era il protagonismo delle singole parti ma piuttosto il risultato di uno sforzo condiviso ed equamente distribuito tra i singoli attori.

Cosa che in effetti non succede in "Che vuoi che sia" dove Leo nel ruolo di un ingegnere informatico che sbarca il lunario riparando i computer infettati di clienti abbonati ai siti pornografici divide la scena con la sola Anna Foglietta, arruolata per l'occasione nella parte della compagna, insegnante scolastica desiderosa di passare di ruolo per avere la sicurezza economica necessaria all'arrivo. In "Che vuoi che sia" infatti i protagonisti dominano la vicenda sia come calamite dell'umanità che si aggira nei dintorni del loro raggio d'azione, sia come propulsori del desiderio scatenatosi allorquando la coppia decide di realizzare il filmino a luci rosse che gli consentirà di intascare i soldi elargiti dalle migliaia di generosi che dopo aver aderito al relativo crowfunding non vedono l'ora di vederli all'opera in camera da letto. Lontanamente ispirato a "Proposta indecente" di Adrian Lyne (1993) "Che vuoi che sia" sposta l'interesse dal corpo divistico degli attori che era stato al centro del lungometraggio del regista inglese a una critica aperta e in qualche caso anche corrosiva contro la dittatura del mezzo tecnologico, o meglio ancora nei confronti dell'uso ossessivo e indiscriminato che si fa dei vari social, dei siti hard e di ogni tipo di applicazione. In questo senso il film di Leo sembra più vicino al già citato "Perfetti sconosciuti", al quale lo accomuna il rovesciamento di senso attribuito a uno strumento di uso domestico (li era il cellulare qui sono la rete e il relativo terminale) e le conseguenze da esso provocate all'interno delle coppia, messa in discussione da un tradimento che, paradossalmente (ma fino ad un certo punto visto che parliamo di una fruizione del reale del tutto virtuale) nel caso di Claudio e Anna è più ideale che pratico.

Detto che le simpatiche partecipazioni di Rocco Papaleo nella parte dello zio di Anna e di Marina Massironi in quella della di lui moglie non vanno oltre lo sketch televisivo e che l'ambientazione milanese preferita a quella capitolina appare in sintonia con l'effervescenza imprenditoriale che ruota attorno alla vicissitudini dei protagonisti e con il gusto avveniristico segnalato dalla presenza di inserti ricavati dall'allestimento di mosaici digitali, "Che vuoi che sia" è un prodotto che pur in assenza di particolari sbavature non riesce ad avere il peso specifico di cui vorrebbe dotarsi. A provocarne la causa secondo chi scrive sono, in ordine d'importanza: la scelta di un espediente narrativo che non riesce a trovare nel vojeurismo sessuale la pietra dello scandalo capace di giustificare agli occhi dello spettatore cotanta riluttanza da parte dei protagonisti; e, subito dopo, la vena a dir poco dimessa del di Leo attore che, nella parte di Claudio, non riesce neanche per un momento a indossare i panni del mattatore. Con buona pace dell'attore che, siamo sicuri, avrà modo di rifarsi nei due sequel del film diretto da Sibilla che lo vedranno ancora una volta tra i partecipanti.
(pubblicata su ondacinema.it)
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