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Wonder Woman

Regia di Patty Jenkins vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Wonder Woman

di PETRAgrafico88
9 stelle

In tutto il grande calderone dei film Marvel , dalla DC Comics un film molto bello che vale i soldi del biglietto. Dopo lo storico telefilm la cui protagonista degli anni ’70, Linda Carter, aveva abituato a questa storica eroina dei fumetti, nel 2017 Wonder Woman ritorna in una veste nuova, senza perdere contatto con le passate origini.

                                                  

locandina

Wonder Woman (2017): locandina

 

Dopo lo storico telefilm la cui protagonista degli anni ’70, Linda Carter, aveva abituato a questa storica eroina dei fumetti, nel 2017 la Warner Bros  ripropone Wonder Woman quale nuova figura di eroina moderna, senza perderne di vista le origini e la personalità tanto apprezzate nel fumetto originale, creato nel 1941 da William Moulton Marston.

Ancora presente a quasi un mese dall’ uscita nelle sale, “Wonder Woman” è il film che narra la storia della principessa amazzone Diana (riferito alla mitologia greca, che vedeva Diana quale forte e determinata Dea della caccia), figlia della magnifica regina delle Amazzoni, Hippolita, interpretata perfettamente dall’ attrice Connie Nielsen, a capo di una schiera di guerriere il cui unico scopo è quello di fare da ponte fra i grandi conflitti che animano la terra. Esse vivono su un' isola al di fuori del tempo ordinario, in cui Zeus ha dato loro il potere di vivere in armonia e pace dopo la caduta di suo figlio Ares, Dio della guerra, acerrimo nemico di tali guerriere, ed in questa cornice cresce una principessa bambina dalla straordinaria volontà e caparbia. Pur apprezzandone tali caratteristiche, la bambina viene tenuta a bada dalla stessa madre, che rifiuta di farla addestrare come tutte le altre amazzoni che, come da mitologia greca, fin da bambine sono chiamate all' addestramento militare.

 

                                           

Gal Gadot

Wonder Woman (2017): Gal Gadot

 

Nonostante tale reticenza, Diana viene addestrata di nascosto fino all'adolescenza dalla zia Antiope, incredibile comandante amazzone, definita da una più che carismatica Robin Wright (ex moglie dell’ attore Sean Penn), finché non vengono scoperte dalla stessa Hippolita, la quale arriva a convincersi che per la figlia sia giunta l’ ora d' intraprendere tale educazione alla guerra insieme al suo popolo, costituito, appunto, di sole donne.

Diana è molto più forte di tutte le altre guerriere e scopre di avere delle grandi capacità e una forza sovrumana: riesce infatti a spiccare salti altissimi e spaccare scudi e pietre con le sole mani, quasi fosse fatta di ferro, ma la svolta nella storia arriva con il salvataggio di un aviatore venuto da un’ altra epoca, il comandante Steve Trevor, mandato tra le truppe nemiche tedesche come spia nel corso della Prima Guerra Mondiale e caduto con il suo aereo sull’ isola delle amazzoni, grazie all’ incrocio tra i due mondi di una barriera spazio-temporale che sa tanto di Triangolo delle Bermuda.

Da questo momento inizia la vera storia di Diana Prince, nome creato per la futura Wonder Woman dallo stesso Trevor, attraverso il primo grande conflitto mondiale, la quale inizierà la sua missione personale per riuscire a sconfiggere Ares, il Dio della guerra tanto odiato dal suo popolo, responsabile di aver fatto scoppiare tale conflitto bellico senza precedenti, la cui sconfitta potrà contribuire a far fermare gli orrori di cui la protagonista diventerà presto testimone primaria.

Nonostante quello che si potrebbe pensare, questa pellicola è degna di nota sotto molti aspetti, poichè, credo, non si possa parlarne solo come un film sui fumetti.

Diretta finalmente da una donna, la talentuosa Patty Jenkins, già regista di "Monster" con Charlize Theron, che valse alla bionda sudafricana il premio Oscar come miglior attrice, il film rappresenta un’ innovativa spinta verso un modo diverso di raccontare le origini di un personaggio fumettistico, la cui icona più grande, e unica televisivamente parlando, era stata appunto Linda Carter con i suoi famosi e rocamboleschi cambi d’ abito nelle cabine telefoniche, non tralasciandone però l’ aspetto avventuroso e glorioso, dal sapore noir per certi versi, ed epico, con il pregio di non voler cadere mai nel grottesco, come in altri progetti cinematografici di genere era già successo.

Gli aspetti più significativi non riguardano solo l’ aspetto puramente visivo ma si fanno ben sfogliare sotto una bella sceneggiatura e una trama avvincente, proponendo un' interessante prospettiva verso l’ universo delle eroine e dei supereroi in generale, soprattutto sul modo d’ affrontarne, narrativamente parlando, la nascita quanto la crescita interiore.

Diana è una personalità interessante: la principessa amazzone sa essere determinata quanto ingenua, spavalda quanto timida, irreprensibile quando la situazione richiede una certa forza d’animo e tutto il mondo sembra volersi girare dall’ altra parte di fronte al male. Essa colpisce proprio per gli aspetti spesso contrastanti del suo Io interiore: sa essere estremamente semplice, ingenua, curiosa, timorosa, da un lato e coraggiosa, temeraria, sagace, ironica, praticamente donna dall’ altro, attrattiva che subito rende questo personaggio molto credibile, terreno, concreto.

 

                                           

Gal Gadot

Wonder Woman (2017): Gal Gadot

 

Nasce come una bambina impulsiva, irrequieta quanto spericolata nella prima parte del film; poi, con lo scorrere della trama, la si trova adolescente curiosa e un po’ ancora bambina, affacciata sulle novità e il dialogo con l’ altro sesso, per poi scoprirla finalmente condottiero coraggioso alla pari degli altri suoi colleghi uomini, quali Batman o Superman, ai quali, nei fumetti e nei film a seguire, viene affiancata e posta marginalmente rispetto alla prospettiva degli stessi personaggi maschili.

L’ attenzione di tale guerriera è incentrata sul bisogno di sconfiggere il male, Ares appunto, per riportare la pace e l’ armonia in un mondo a lei sconosciuto ma fatto di persone innocenti che ha il dovere di salvare, e che divengono automaticamente parte del suo popolo, seppur sconosciuti.

Una nuova concezione di donna in un mondo reale in cui le donne vengono ancora considerate meno brave o meno forti del sesso opposto, tanto da considerarle troppo spesso solo come oggetti da sottomettere.

Possedente una forza interiore tutta sua, in bilico tra coraggio e fragilità, tra la guerriera e la donna, tra semplicità e irreprensibilità, Diana Prince possiede un animo che la corruzione non può scalfire, essendo perfettamente consapevole delle sue capacità e della forza che le è stata donata per fare la differenza, anche quando la situazione non lascia intravedere luce

all’ orizzonte.

Interpretata magistralmente da una carismatica Gal Gadot , modella israeliana scoperta attrice in altre pellicole quali gli espisodi di “Fast and Furious”, e che già si fece conoscere nei panni di Wonder Woman nel 2016, nel film di Zac Snyder

Batman VS Superman”. La Gadot è riuscita ad essere convincente, affascinante e più che mai brava nell’ interpretare un personaggio molto complesso e pieno di sfumature quanto intraprendete e definito nel momento della battaglia.

Diana trascina nella sua corsa contro il male lo spettatore, così da renderlo partecipe di un senso di giustizia ben preciso e, a volte, anche di una certa sensazione d’ impotenza di fronte ai grandi mali terreni, e lo fa in modo così persuasivo da lasciar bene percepire quanto sia importante sapere che la retta via della giustizia sia una ed unica, e può essere percorsa efficacemente da una donna che non ha bisogno d’ accompagnatori o principi azzurri fatiscenti.

Dovere e rettitudine, questo contraddistingue il personaggio della Gadot: un’ abnegazione spinta, fin dall’inizio, dal coraggio e dallo spirito di sacrificio che non conosce né ostacoli né paura, il tutto senza dimenticare la pietà per gli innocenti e l’ ardore in battaglia.

 

                                              

Chris Pine

Wonder Woman (2017): Chris Pine

 

Il comandante Steve Trevor, interpretato da un ottimo Chris Pine, è il vero ponte fra i due mondi, tra antico e quasi-moderno: il folletto che è mandato alla principessa della favola per guidarla attraverso i pericoli della strada maestra. Il suo salvataggio da parte della principessa amazzone ha il sapore della fiaba di Andersen e dell' omonimo film Disney “La Sirenetta” poiché, alla pari del principe Eric, Steve rappresenta non solo la novità, ma anche la scoperta e la curiosità verso l’ altro da sé, suggerendo allo spettatore un inizio da favola che poi si rivelerà non proprio a lieto fine.

Il giovane comandante Trevor è un uomo d’ altri tempi, rispettoso e gentile, ma tutt’ altro che codardo, anch’ esso caratterizzato da un profondo senso del dovere e d’ abnegazione che l’ accomunano molto alla visione della protagonista.

E’ una spia, mandata dagli inglesi a riferire dei piani della perfida  Dottoressa Maru, un chimico identificato con il macabro soprannome di Dottor Poison, legato alla sua spietata propensione alla creazione di gas letali da usare contro il nemico e non solo (genio del male interpretato da Elena Anaya), e del generale tedesco Ludendorff (un Danny Huston più che eccelso!).

Quindi Trevor, seppur con qulache reticenza, farà d’ accompagnatore e guida alla protagonista in questa crociata nel suo mondo attraverso le difficoltà della Prima Guerra Mondiale.

Ma questa Wonder Woman non è il primo “character” che ha ispirato alte generazioni di eroine forti e coraggiose.

Un telefilm famoso aveva fatto abituare il pubblico di tutto il mondo ad una figura femminile di tale spessore, ovvero parliamo di “Xena, principessa guerriera”, personaggio del telefilm degli anni novanta, prodotto da Sam Raimi, la quale può considerarsi

la prima erede del personaggio proposto da Linda Carter, di cui ricalca il coraggio e l’ ironia, con la differenza che il percorso di Xena è sempre stato un percorso d’ espiazione dalle violenze commesse nel passato, mentre Diana Prince è alla ricerca della sconfitta del male in toto come se già lo conoscesse, senza però averlo mai incontrato. Si può parlare di missione ancestrale: un karma atavico che, differentemente, in Xena è maturato con il passare delle stagioni televisive.

Adesso, diamo un’ occhiata al contesto in cui è ambientata la storia.

Contrariamente a quanto mostrato nella serie televisiva a cartoni, la seconda parte del film è ambientata nella Grande Guerra invece che nella Seconda Guerra Mondiale come fu nella serie televisiva a cartoni animati, nonostante alcune scene sappiano molto d’ introduzione alla guerra successiva: ricordiamo infatti il gas letale e il campo militare nemico che pare proprio un campo di concentramento nazista. Tale scelta è stata fondata probabilmente su presupposti tecnici, poiché in essa viene mostrata la parte più dura del conflitto nelle trincee: una guerra più fisica, in cui il combattimento frontale diventa il vero protagonista di molte scene d’ azione, dove la guerriera può dare esibizione della sua forza senza precedenti avendo a che fare con nemici a portata immediata di mano, o meglio di scudo o lazzo fluorescente.

Il mondo nuovo in cui si muovono tutti gli altri personaggi è assolutamente diverso con quello in cui la principessa è cresciuta.

 

                                            

Connie Nielsen

Wonder Woman (2017): Connie Nielsen

La magnifica isola delle Amazzoni, oltre ad essere un orgoglio tutto italiano perché le scene sono state girate nel nostro Sud Italia, tra Matera e Marina di Camerota per la precisione, è intrisa di colori accesi, magnifiche vedute e spazi aperti, tipici del Mediterraneo, in cui la vista non trova altro che l’orizzonte libero; al contrario,  la realtà che la Prince scopre grazie a Steve, la vecchia Londra e, successivamente, il fronte bellico, è angusta, grigia, sporca, ricoperta di polvere da sparo: orribile, come affermato da lei stessa.

 

                                            

Gal Gadot

Wonder Woman (2017): Gal Gadot

 

La contrapposizione tra la purezza della natura e il grigio della corruzione umana sono un chiaro segno, se vogliamo, ecologico, che riporta a vecchie tradizioni millenarie che un tempo rispettavano gli uomini e la vita, e che adesso, con la guerra e la mancanza di misericordia fra gli uomini, tale equilibrio sembra venire meno; il mondo, che un tempo era stato privo di ombre e circondato dalla luce, ora è un ricordo che si muove fra menzogne, detriti e sudiciume, ma soprattutto dolore, il dolore per le vittime innocenti e  l’infausto destino che potrebbe attenderle , e questo è il sentimento che più accomuna Diana a Steve oltre a quello amoroso che, inevitabilmente nel corso della trama, colpirà entrambi.

La figura di Ares  (interpretato dal bravissimo David Thewlis) è fulcro e fine della storia: il nemico numero uno che si cela all’orizzonte dietro trincee, bombe e violenza. Come Prometeo (figura metaforicamente molto sfruttata nel cinema basato sui fumetti), Diana è colei che non solo è mandata a sconfiggerlo,  ma è portata a guidare e fare luce sui molti aspetti oscuri di questo inaspettato viaggio nella civiltà moderna. Lo stesso personaggio della Dottoressa Maru, unito al generale Ludendorff,  è uno delle incarnazioni del male che Ares ha contribuito a generare. Il Dio della guerra è furbo: scompare e riappare,  sembra qualcosa che non è, e la stessa Diana ne viene coinvolta e confusa in un primo tempo senza però lasciarsi convincere da questa sua visione cinica ed egoistica che vorrebbe farla passare dalla parte sbagliata. Il dialogo fra Diana e Ares è molto significativo quanto cinico se lo si analizza a fondo, ma sufficiente a spiegare quanto il male generi male, perché in esso riconosce appieno le caratteristiche che lo differenziano dal bene: la codardia, la paura, la polvere, la corruzione, la menzogna, il grigio e il nero dell’anima degli uomini, in cui non c’è posto per sentimenti alti come l’amore e l’amicizia.

Wonder Woman è il faro nell’oscurità in contrapposizione a tale visione egoistica, il colore contrapposto ai grigi di questa realtà povera di spirito, una personalità altra che, fuori dal modo di vivere comune, sembra essere l’unico baluardo efficace da seguire per raggiungere la vittoria sul male, fungendo quasi da sveglia sul torpore umano verso i giusti e vivi sentimenti, primo fa tutti l’amore quale fonte primaria della motivazione che spinge gli eroi a lottare per i propri ideali.

Infatti, è nell’ultima parte del film che fa capolino la frase decisiva che racchiude tutta la verità della trama, ovvero che la protagonista stessa crede appunto nell’amore esplicitandolo ad Ares stesso, nonostante abbia capito che non tutti gli uomini sono buoni e che il mondo non sia sempre disposto a cessare i conflitti ad un solo schioccare delle dita.

 

                                          

Lucy Davis, Chris Pine, Gal Gadot

Wonder Woman (2017): Lucy Davis, Chris Pine, Gal Gadot

 

Caratteristica non meno importante di tale film  è stata puntare molto sull’ironia verso i personaggi, tra virgolette, sacri del fumetto. Non mancano infatti momenti divertenti e comici in cui Diana Prince viene spesso viene messa in discussione, con battute ironiche che ne evidenziano i difetti. Tale ironia simpatizza verso luna sua certa ingenuità interiore, che ricorda molto Amy Adams nel film Disney “Come d’Incanto” , poiché la vediamo stupirsi e comportarsi candidamente verso cose che un altro supereroe senza macchia e senza paura troverebbe ovvie, scontate, e ne sembrerebbe quasi annoiato, come il solo assaggiare un gelato o provare un vestito.

Personalmente sono contenta, da ammiratrice di fumetti, che ogni tanto questo machismo tipico dei nuovi supereroi ( che ,francamente, un poco ha stancato!) venga messo in discussione, poiché anche loro sono stati identificati come umani dai poteri speciali, e vederne le debolezze e configurarli come quelli che possono sbagliare anche solo nelle cose più semplici rende il tutto meno statico e pesante, quindi vedo che tale ironico aggancio con alcuni comportamenti prettamente ingenui sia stato proposto con notevole efficacia senza ricadere nell’errore di far sembrare il personaggio principale come una macchietta fuori luogo. Se tale chiave ironica non fosse stata contemplata il film si sarebbe perso, perciò credo che sia stata una caratteristica di  forte successo.

La regista e gli sceneggiatori hanno fatto in modo da donare allo spettatore un progetto che può camminare da solo e staccarsi dalla rosa dei film sui fumetti. Hanno saputo donare una nuova eroina che procede con le sue gambe, soprattutto grazie alla perfetta interpretazione dell’attrice protagonista che, fin dalla prima comparsa in “Batman VS  Superman”, sempre della DC Comics, aveva mostrato la propria immediata personalità, immedesimandosi perfettamente (e senza controfigure!) , in maniera quanto mai sorprendente, in questo personaggio che non è serva di nessun altro supereroe, un trionfo e un orgoglio femminile da apprezzare appieno, un vero tributo a 360° della forza della donna.

 

                                            

Robin Wright, Connie Nielsen, Gal Gadot, Lisa Loven Kongsli

Wonder Woman (2017): Robin Wright, Connie Nielsen, Gal Gadot, Lisa Loven Kongsli

 

Al fine, gettiamo le conclusioni generali e stilistiche: bellissima fotografia, scene reali molto ben ricostruite, sceneggiatura ottima, attori talentuosi, scene d ’azione molto ben fatte e credibili, colonna sonora coinvolgente. Gli addetti ai lavori sono riusciti a dare a tutte le scene, specialmente quelle d’azione, un realismo molto vicino al possibile che cancella molti dubbi pratici che, altrimenti, se non fossero stati trattati con codesta bravura, il tutto sarebbe risultato grottesco e poco credibile, stessa cosa che è stata fatta per il film “Electra” con Jennifer Gardner (famosa per il ruolo di Sidney Bristol nel telefilm “Alias”), altro bel film la cui protagonista era una donna, in cui l’ attrice ha saputo guidare con enorme talento  un personaggio fumettisticamente molto diverso dalla visione cinematografica proposta.

Se devo dare un voto a questo bel progetto, posso certamente spingermi su nove, sia per quanto riguarda il paragone con gli altri film sui supereroi, di cui questa può essere considerata una pellicola a sé, differente su tutti gli altri quasi non fosse presa da un fumetto leggendario, e sia per come il film è ancora presente nell’ immaginario di chi sta scrivendo, nonostante lo abbia visto da non pochi giorni.

E' da vedere!

 

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