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Wonder Woman

Regia di Patty Jenkins vedi scheda film

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La recensione su Wonder Woman

di alan smithee
3 stelle

Dopo essere apparsa come scintillante guest star nel filmone (invero assai fiacco) che celebrava il duello frontale tra i due supereroi più noti della scuderia DC, (Batman Vs. Superman), è ora giunto il momento per la grande casa produttrice rivale della Marvel, di concentrarsi sul personaggio di Wonder Woman: anzi su ciò che è stato prima di divenire tale.

Ovvero sulla piccola, ma già coraggiosa Diana, figlia della regina delle Amazzoni, cresciuta a pane ed arte guerresca per mano della valorosa zia soldatessa. Trascorsa l'adolescenza, la ragazza viene in qualche modo in contatto con un giovane aitante pilota che, in pieno Secondo (?) Conflitto Mondiale, trova rifugio nella misteriosa isola che accoglie le Amazzoni, semi-dee create per salvaguardare la razza umana dopo che il figlio di Zeus, il malvagio ed invidioso Ares, ha iniziato a gettare discordia nel paradiso terrestre ove viveva felice l'intera umanità dalla notte dei tempi. 

La guerriera, senza esperienza, si unisce al prode militare per far pratica e, sopraggiunta in mezzo agli umani, combatterà una sua guerra nella guerra, disposta a trovare e riconoscere nel nemico suo massimo, quel tirannico ed infido figlio di Zeus che diviene, in senso assoluto, l'essenza più pura e devastante del male.

Ora se Capitan America nasce cronologicamente in pieno conflitto mondiale e trova una sua logica rispettosa del corso degli eventi grazie anche al fatto che non si tratta di un autentico supereroe, quanto piuttosto di un "superuomo", ritrovarci invece la stupenda Gal Gadot in gonnella discinta che ben evidenzia linee perfette e marmoree, mentre scorazza in trincea tra gente che muore di bombardamenti e di fame, mi pare davvero un eccesso inqualificabile, irrispettoso dei pochi che sono ancora vivi e possono ancora raccontare la loro drammatica esperienza di soldati sulle linee nemiche, oltre che verso tutti coloro che ormai non ci sono più, caduti vittime di uno degli eventi umanamente più cruenti degli ultimi secoli.

Non si tratta in realtà, ritengo, di fare i moralisti, ma di riflettere sulla coerenza o meno da parte di certi sceneggiatori incauti e faciloni, di raccontare certe storie, anche quando si ha l'ardire di nascondersi dietro un'annimato temporale che tuttavia ben evidenzia le sue caratteristiche politico-geografiche effettive.

Se poi, a condire tutto questo luna park poco plausibile o davvero irrispettoso e poco delicato nei confronti del passato, ci aggiungiamo frasi impronunciabili del tipo " Qui l'importante è ciò in cui credi, e io credo nell'amore" o ancor peggio "E ora so che solo l'amore può salvare il mondo", ecco che il pastrocchio indigeribile e scult, condito oltre tutto di troppe scene d'azione al rallenti che risultano davvero fastidiose, e dove solo un pizzico di erotismo tra la supereroina ed il bambolo sexy di turno Chris Pine si riesce in parte a salvare, è servito.

Se questo è il futuro dei nostri blockbuster, e a giudicare dagli incassi mondiali stratosferici lo sarà, siamo veramente messi maluccio.

 

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