Regia di Zack Snyder vedi scheda film
Ragazzi, qui noi ridiamo e scherziamo, ma abbiamo un problema molto serio davanti agli occhi: questi non sono capaci di fare i film. Non hanno più voglia. La DC sta sbagliando TUTTO quello che si può sbagliare. Ieri sera, una volta finito di vedere il film da casa in formato blu-ray (eh si ho comprato il blu ray di sto "film":...merito l'estinzione), mentre tentavo di spiegare ancora una volta a mia mamma che tutta questa sofferenza che le infliggo, tutti questi film di merda che le faccio vedere, serviranno un giorno alla creazione di un mondo migliore, un Valhalla in cui, grazie a PoorYorick, saremo circondati solo da cose Belle (concetto che verrà creato in negativo partendo da quello che i paladini dell’Indie Rock italiano considerano Bello), tentavo di argomentare una disfatta del genere, provavo a trovare delle motivazioni, degli appigli: “Mah, secondo me è che volevano fare un po’ il verso agli Avengers, ti ricordi? Quell’altro film che abbiamo visto con l’Uomo Ragno che ruba lo scudo a Capitan America e poi si menavano tutti con Ant Man che diventava gigante…”. Mi interrompe: “Ah, sì, mi ricordo. Vabbè, ma che c’entra? Quello era carino, si rideva. Questo è noioso… Ma poi è zarrissimo. Non è che siccome ci sono tanti supereroi insieme i film sono simili. Questo è proprio brutto. Basta, la prossima volta scelgo io il film”.
C’è poco da fare, amici. Olivia Wilde Kar-Wai c’ha ragione. Justice League è un brutto film. Personalmente, per davi un paio di riferimenti, l’ho trovato meno brutto di Suicide Squadma più brutto di Batman Vs Superman. Perché? Ve lo spiego subito e tento di spiegavelo nel modo più semplice possibile. Justice League è un film con l’estetica di Zack Snyder e uno script di Joss Whedon (e Chris Terrio). All’epoca dell’uscita di BvS, nello scontro redazionale col sodale Quantum, difendevo il film dicendo che il suo lato migliore era quello di mettere un personaggio umano (Bruce Wayne) al centro di uno scontro molto più grande di lui, tra divinità. Il cinema di Snyder è proprio questo: il tentativo da parte di un uomo di mettere in scena l’infilmabile, il gigantesco, il Divino. Whedon nelle sue sceneggiature invece tenta di svelare il lato umano di quelli che ai nostri occhi sono esseri infallibili. Il tentativo di Batman di inserirsi in una lotta in cui esistono le Lanterne Verdi è Snyder. Aquaman che si siede sul lazo della Verità è Whedon.
Due visioni del cinema antitetiche che tentano di incastrasi senza trovare mai la via giusta per farlo. A dirla tutta, ma forse siamo anche influenzati dalle tristi notizie di cronaca che hanno gravato sul film, il trattamento Whedon sembra essere postumo, pare essere stato incollato alla bell’e meglio per abbassare di almeno una tacca il massimalismo di Snyder. Il risultato è deludentissimo: una cafonata molto più brutta del solito, che pare essere stata pensata e realizzata nei ’90, con l’aggiunta sporadica di un personaggio insostenibile che ogni tanto dice delle cose da stand up comedian senza verve: “So… What’s with this Brunch?“. Maccosa, dai.
La storia è questa: Sup è morto e Batman (un Ben Affleck senza un MINIMO di convinzione) è preoccupato perché in città ci sono degli uomini zanzara ridicoli che inseguono quelli che hanno paura. Una volta scoperto che se gli uomini zanzara esplodono contro un muro lasciano una stana impronta a forma di tre quadrati (“sorry, what?”), capisce che c’è qualcosa di misterioso dietro. Insieme a Wonder Woman, tenterà quindi di mettere insieme una squadra di supereroi per sconfiggere Steppenwolf (il povero Ciarán Hinds), un mostro uscito dal primo Dante’s Inferno (data astrale 2010, sette anni fa), che vuole ovviamente usare questi 3 cubi per fare il Male. Un cubo è custodito dalle Amazzoni, uno è custodito da Amber Heard con le branchie nel mondo dei pesci di Super Mario, uno è vicino a casa di una famiglia di poveri russi che sono talmente poveri che ogni volta che li inquadrano parte una versione del tema del film con dei violini tzigani, sentiamo odore di patate, vediamo carta da pareti grigia. Mentre Batman riesce ad arruolare Flash (Ezra Miller che fa il disagiato capace solo di parlare per battutine) e Aquaman (Jason Momoache fa il gradasso con lo chatouche e le lenti colorate), Wonder Woman tenta di convincere ad unirsi all’allegra brigata Cyborg (tale Ray Fisher che interpreta uno che, dopo un incidente, viene ricostruito dal padre mad doctor con tecnologia kryptoniana per cui – attenzione – ha il potere di internet). I cinque ovviamente un po’ si amano, un po’ si odiano, un po’ si apprezzano ma sentono che nel loro gruppo manca ancora qualcosa, qualcuno per essere davvero completi. E allora a qual punto risvegliano Superman grazie a un bagno termale. Una volta fatto questo, succede che vincono.
Due ore sono evidentemente troppo poche (anche se ero felicissimo non fosse più lungo) per permettere a tutti i personaggi di venie fuori al meglio. Il risultato è che non solo la Justice League viene presentata con uno schematismo oltre l’elementare (“tu sei il simpa, tu quello ribelle, tu quello oscuro, ok?”) ma tutti i comprimari che affastellano il film risultano quasi delle barzellette: Amy Adams, J.K. Simmons, Diane Lane, Jeremy Irons, Billy Crudup sono semplicemente N.P., non pervenuti. Che dobbiamo fare? per vedere qualcosa di più? Ma chi se ne frega, ragazzi. Questo è il cinema. Non siete capaci di rendere giustizia ai personaggi di un film del genere? Fatti vostri. Oltre a tutto questo teniamo presente che il film sembra non essere finito: ci sono stacchi di montaggio evidentemente sbagliati, controcampi in scene di dialogo in cui manca la color correction, effetti speciali talmente brutti da apparire provvisori. Justice League è un film sciatto che sembra seguire pedissequamente una formulina molto esile con scarsissima convinzione. Una perfetta esemplificazione di quanto detto è la noia con cui si accetta la minigag posta durante i titoli di coda. Dai, ragazzi… un minimo di impegno. Almeno con Suicide Squad mi ero arrabbiato, qui si nota solo che non c’avete manco voglia.
Ho passato tutto il tempo a controllare se si notavano i baffi di Henry Cavill e a maledire la colonna sonora svogliata a cura di Danny Elfman che tenta di recuperare i temi dei vai personaggi ma tanto si riconosce solo quello di Wonder Woman.
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