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Justice League

Regia di Zack Snyder vedi scheda film

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La recensione su Justice League

di ROTOTOM
4 stelle

Born to be boring. Steppenwolf: "Tifenterò patrone di mondo!" Muhahahahahahha!!

Born to be boring.

Il dualismo tra Marvel e DC Comics che ha sempre connotato il pantheon super-eroistico dall’epoca delle strisce a fumetti si è evoluto ed è continuato imperterrito anche nel cinema.
La Marvel con il suo Marvel Cinematic Universe (MCU) ha trovato la quadra per collocare i suoi eroi in un universo transmediale che fonde abilmente le storie in un unicum fatto di fumetti, videogiochi, serie tv e film, con questi ultimi capaci di riprendere le caratteristiche fondanti del fumetto e innervarle di una sana ironia sdrammatizzante. Questa formula ha consentito di produrre buoni film indipendentemente dalla popolarità del supereroe, si vedano gli esempi più che riusciti di Ant Man e Doctor Strange.
Risponde la DC Comics, zoppicando malamente alla ricerca della formula della concorrente, evidentemente difficile da replicare quanto cercare di copiare la Coca-Cola.

Ezra Miller, Henry Cavill, Ray Fischer, Gal Gadot, Ben Affleck, Jason Momoa

Justice League (2017): Ezra Miller, Henry Cavill, Ray Fischer, Gal Gadot, Ben Affleck, Jason Momoa


Questo Justice League, prodotto della DC Comics omologo alla squadra Marvel degli Avengers, cerca una sua dignità dopo le pessime prove di Suicide Squad e Batman Vs Superman ma rimane invischiato negli atavici difetti che caratterizzano le proprie produzioni: supereroi non così carismatici, produzioni cinematografiche farraginose, interpreti non sempre all’altezza.
In questo caso anche la sfortuna ci ha messo lo zampino visto il forfait del regista specializzato in film d’azione Zack Snyder per un gravissimo lutto famigliare, sostituito durante la produzione proprio da quel Joss Whedon principale responsabile del successo planetario dei concorrenti Avengers della Marvel. Ma non è bastato.
 Ben Affleck non si può proprio vedere nella parte di Batman; Jeremy Irons ha tre-pose-tre nella (fuori) parte di Alfred, lo stesso dicasi per Amy Adams sprecatissima;  l'inconcepibile Cyborg e Acquaman (Jason Momoa che recita con i pettorali) non hanno un grande carisma.
Annoveriamo anche la masochistica autocastrazione della casa di produzione che se da una parte ha un’ottima serie TV di The Flash che miete successo (eroe idolo dei ragazzini, serie arrivata nel 2017 alla quarta stagione) decide di riscrivere del tutto il personaggio (interpretato da Ezra Miller) facendolo diventare una ridicola macchietta comica (la Marvel questi errori non li fa) con intenti sdrammatizzanti. Ma di quale dramma? Un caotico potpourri di scatole del potere, il solito, anonimo cattivo (Steppenwolf...) che vuole distruggere il mondo sostenuto da strani vampiri-falena, urla-proclami-slogan. E che cominicia la conquista del mondo da uno sperduto villaggio russo. 
Ci vuole un tempo intero per presentare l’intera squadra, difetto che appesantiva anche l’irricevibile Suicide squad, poi il film diventa un pasticcio action dodecafonico che mette noia, con troppi personaggi che ancora non sono entrati nell’immaginario collettivo, gestiti male. Le scene sembrano appiccicate l’una all’altra alla meno peggio, fino al lungo, chiassoso scontro finale che è una variazione sul tema di Avengers: Age of Ultron. E’ voglia di Marvel, questo Justice League, ma mentre in DC Comics si preoccupano di seguirne le orme, i rivali sono andati già oltre con i due splendidi Guardiani della Galassia.
Cosa si salva? La canzone iniziale, Everybody Knows di Leonard Cohen reinterpretata da Sigrid; Superman (Henry Cavill), che nella sua serafica invulnerabilità e immortalità (!) è tanto antipatico quanto coerente con l’universo che attraversa. Lascio per ultima forse la vera rivelazione di questo film e del precedente a lei dedicato qualche mese fa: Wonder Woman ha uno spessore e una fisicità naturale due spanne sopra gli altri e questo merito è della sua interprete, Gal Gadot, statuaria, atletica e modernissimo modello di femminilità, attrice israeliana addestrata per anni nell’esercito del suo paese. Tanto per dire.
La credibilità, anche con il trionfo di CGI che impasta questo film, si guadagna con il sudore. Altro che la panza di Affleck/ Bruce Wayne, ormai contenuta a stento dalla bat-tuta coi muscoloni finti che un po’, secondo me, comincia a tirargli dove non deve.  

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