La recensione su Justice League

di alan smithee

5 stelle

Superman è morto, e drappi neri fasciano in suo ricordo i principali monumenti delle metropoli nel pianeta.

Eseguendo la sua azione di tutela quotidiana, Batman intuisce che l'apparizione di un essere da un altro mondo, preannuncia una imminente invasione aliena maligna.

E intuisce pure che da solo non potrà costituire una garanzia. Parte perciò in giro per il mondo col compito di costituire una squadra.

Justice League comprenderà l'amazzone Wonder Woman, il cui regno è il primo ad essere attaccato, Acquaman, dal regno di Atlantide, pure lei oggetto di attacco, Cyborg, un ragazzo morto ma ricostruito dal padre scienziato, e Flash, giovanotto caratteriale con padre in prigione, colpito accidentalmente da un fulmine e destinato a diventare da quel momento rapido come la luce, o forse di più.

Ezra Miller, Henry Cavill, Ray Fischer, Gal Gadot, Ben Affleck, Jason Momoa

La ricerca della terza "scatola primordiale", che assieme alle altre due sottratte alle Amazzoni e ad Atlantide, permetterebbe al maligno di piegate la Terra al suo giogo, riporterà in vita pure l'eroe numero uno: Superman, fondamentale tassello per la vittoria finale.

È un gran guazzabuglio, questo caotico ed affollato Justice League: ma non si può realmente dire che non funzioni, che manchi di brio, di ritmo, di dinamica: Zack Snyder coordina molto bene ed evita lungaggini o pedanteria presenti nei film DC precedenti e monografici o nel bolso precedente B. vs. S.

Tra tutti il più simpatico risulta Flash, a cui il bravo Ezra Miller dà il giusto spirito ridanciano, scanzonato, ironico e divertente. Connie Nielsen, regina delle amazzoni e mamma di WW, è statuaria e bella da mozzare il fiato. Gli altri spesso se la tirano oltremodo, ma pazienza; e se Batman ha una voce sempre più grottescamente fantozziana, la rinascita "lazzariana" di Superman in fondo ci rassicura. La storia continuerà, insieme e/o singolarmente, fino a divenire una minaccia interminabile: d'altro canto quello dei supereroi è uno dei pochi generi che ancora funziona incondizionatamente, senza sorprese, o quasi.

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