Regia di Roman Polanski, Claude Chabrol, Hiromichi Horikawa, Ugo Gregoretti vedi scheda film
Quattro truffe mirabolanti: una donna sotto mentite spoglie sottrae una collana; un uomo riesce a comprare la Tour Eiffel come mucchio di ferro; una ragazza mira alla dentiera di platino di un riccone, ignorando che di platino non è; una prostituta sposa un anziano in punto di morte per convenienza, ma l'uomo si riprende.
Tre giovani autori europei (Polanski, Chabrol, Gregoretti) e uno giapponese leggermente più anziano (Horikawa, classe 1916), pressochè sconosciuto dalle nostre parti; al poker di registi doveva affiancarsi nientemeno che Jean-Luc Godard, anch'egli alle prime armi, ma per ragioni produttive il suo episodio fu ritenuto fuori standard per l'opera e perciò venne espunto. Le più belle truffe del mondo è la classica co-produzione internazionale di quel periodo (fra Italia, Francia, Giappone e... Olanda) che mira a mettere insieme una pellicola in lungometraggio assemblando alla meglio una manciata di corti, affidati a differenti registi e differenti cast artistici e tecnici; con tali presupposti si può facilmente intuire che la caratteristica che più manca all'opera è l'omogeneità. Il tema comune dovrebbe garantirla, o almeno definire un filo rosso per i vari segmenti; a tutti gli effetti però le quattro storie di Le più belle truffe del mondo sono disuguali fra loro un po' in tutto: nel tono della narrazione, nell'esito delle vicende, nell'ambientazione, nel ritmo... Forse l'unico elemento costante per tutto il film è il bianco e nero: per il resto si tratta di quattro brevi film peraltro neppure tanto convincenti; i meglio riusciti paiono quelli di Chabrol e di Gregoretti. Fra gli interpreti: Jean-Pierre Cassel, Catherine Deneuve, Gabriella Giorgelli, Nicole Karen; Gregoretti sfoggia musiche di Piero Umiliani e fotografia di Tonino Delli Colli; Polanski, il più giovane fra i registi (nato nel 1933), aveva esordito in lungometraggio solamente l'anno prima, con Il coltello nell'acqua. 4/10.
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