Regia di Tomas Alfredson vedi scheda film
Errori registici lampanti, montaggio trasandato, sceneggiatura instabile, finale moscio.
Errori registici lampanti (Michael Fassbender che se ne sta beato a torso nudo col balcone spalancato, scordandosi di quanto sia gelida l'aria nordica), montaggio trasandato (soprattutto nell'artificioso prologo), sceneggiatura instabile (scritta da Peter Straughan e Hossein Amini), finale moscio: possibile che Tomas Alfredson lasci correre? Come se ciò non fosse abbastanza, in tale riduzione del romanzo best seller di Jo Nesbø il regista svedese se ne infischia della regola numero uno della suspense: mai gettare il mirino della macchina da presa sul killer all'opera o se ne affievolisce la carica spaventevole (si noti, peraltro, l'effettiva inutilità del catalogo di nefandezze gore in bella mostra). Qualche affondo psicologico è assestato correttamente (la scena in treno e la resa dei conti col questionario verbale), però nel complesso la fitta introspezione del testo di partenza si perde. L'algido turgore delle nevi norvegesi è invariabilmente lungi dall'incutere brividi, l'impalcatura da thriller giallo è stereotipata e l'assurdo vizio del personaggio di J. K. Simmons – fotografare donne sexy col flash a distanza ravvicinata – è insensato e non trova motivo d'essere. La magistrale recitazione di Fassbender è ammirevole ma non in grado di salvare la baracca, nonostante l'identità del maniaco non sia pronosticabile. Anche stavolta, meglio la carta della celluloide.
Non così banale la colonna sonora di Marco Beltrami.
Film APPENA PASSABILE (5) — Bollino ROSSO
VISTO al CINEMA
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta