Regia di Carl Theodor Dreyer vedi scheda film
La rivalità fra due studiosi viene bruscamente interrotta dalla morte di uno dei due. Inizialmente sembra un suicidio, ma presto si scopre che si tratta di omicidio, e il principale indiziato è proprio il rivale. La cui moglie, però, tenta in ogni modo di discolparlo o quantomeno di salvare le apparenze. Il mistero è più fitto di quanto sembri.
C'è un motivo evidente e inappellabile, se Carl Theodor Dreyer decise di distaccarsi completamente da questo Due esseri: trattasi infatti del lungometraggio meno riuscito in assoluto della sua intera produzione. Meno riuscito è un eufemismo generoso, d'altronde sempre di Dreyer si parla: anche in circostanze avverse come queste, il Maestro danese riesce a lasciare il segno qua e là, conferendo un tono spettrale, inquietante a un modestissimo kammerspiel di stampo poliziesco (tratto da un'opera teatrale di W. O. Somin, con una sceneggiatura del regista stesso). La storia ci consegna Due esseri come lavoro impreciso, girato durante la fase finale del secondo conflitto mondiale e pertanto in Svezia (c'è dietro la mano della Svensk Filmindustri), con pochissimi mezzi e un controllo sull'opera finale, da parte dell'autore, prossimo allo zero. Tanto basti a spiegare le ragioni dello scarso interesse di Dreyer per il suo stesso film; per quanto riguarda invece la scelta di una storia tanto trasandata e banale, un giallo nel quale il colpevole è palese fin dalla prima scena, le perplessità sono destinate a rimanere intatte. Due soli attori in scena (e neppure di grande presenza, effettivamente): Georg Rydeberg e Wanda Rothgardt; la fotografia è di Gunnar Fischer, di lì a poco 'uomo di fiducia' di Ingmar Bergman. 4/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta