Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
Day of the Fight, la prima avventura cinematografica di Kubrick, fu vissuta mentre l’autore stava lavorando come fotografo per “Look”. Il progetto, secondo quanto si dice, prese corpo quando un amico di Kubrick (il futuro regista Alexander Singer) sentì che i suoi datori di lavoro stavano pagando 40000 $ per cortometraggi di 8-9 minuti. Kubrick, che aveva in precedenza realizzato un reportage per “Look” sul pugile Walter Cartier, realizzò Day of the Fight con 3900 $, ma riuscì a rivenderlo alla RKO per poco meno. Il corto non sembra essere tanto un rude abbozzo quanto una perfetta miniatura dei film che seguiranno. Ancora prima che il ritratto inizi, il commentatore ha già creato un’atmosfera carica di destino, adeguata alla descrizione del combattimento e ai brividi che esso fornisce. Ma successivamente le immagini di Kubrick regalano più di un tocco di apocalisse e di genuino, agonizzante determinismo alla snervante attesa di Cartier per l’incontro, un combattimento fra i tanti che egli deve vincere per continuare ad avere (modesto) successo nella sua professione. La struttura a tempo chiuso anticipa, addirittura in modo migliore, il successivo The Killing; le strade deserte al mattino presto sono le stesse usate per gli esterni in Killer’s Kiss. Ma le figure più straordinarie del film sono le facce accigliate dei gemelli Cartier, che dormono nello stesso letto, vanno insieme a fare la Comunione, condividono le ansietà e il timore fisico del combattimento: essi sono l’immagine più interessante (fino a The Shining ?) della duplicazione-perpetuazione delle miserie e delle lotte umane.
Un commentatore racconta fatti e personaggi appartenenti al mondo della boxe che così definisce: “il primitivo, indiretto, viscerale brivido di vedere un animale sopraffare un altro”. Nove milioni di dollari sono spesi annualmente dagli appassionati dei combattimenti in U.S. dove fra i 6000 pugili professionisti solo 600 riescono a vivere con la boxe e, fra questi, solo 60 a buon livello. Un pugile professionista di New York, il peso medio Walter Cartier, è seguito durante un normale giorno di preparazione prima del combattimento. Egli abita in un trilocale con una zia e si alza alle 6 del mattino; riceve la Comunione insieme al fratello gemello Vincent (avvocato ma anche suo manager) che spende gli ultimi giorni prima del match costantemente al suo fianco. Successivamente fa un’abbondante colazione, gioca con il suo cane e aspetta ansiosamente che arrivi la notte. Walter si sottopone al rito della pesatura di fronte alla Commissione Atletica del New Jersey e, alle 8 di sera, inizia la sua preparazione nello spogliatoio con l’aiuto di Vincent. Alle 10 sale sul ring da cui ridiscende vittorioso (“… un uomo che letteralmente deve combattere per la sua esistenza, per lui è la fine di un normale giorno lavorativo”).
GENIO!
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