Regia di Roan Johnson vedi scheda film
Oggettivamente non è un brutto film, ma nemmeno quella straordinaria commedia che qualcuno ci ha raccontato. E' una piccola opera che spesso sfiora la sit-com (sono i momenti meno interessanti) ma che si lascia guardare senza annoiare. Interessante l'uso di lunghi piani sequenza che lasciano ampio spazio alla recitazione.
Dicamo che, tra i detrattori dal fischio facile e gli esaltatori dall'altrettanto facile entusiasmo, come sempre la verità sembra essere nel mezzo.
Oggettivamente "Piuma" non è un brutto film, ma nemmeno quella straordinaria commedia che qualcuno ci ha raccontato.
E' un piccolo film che spesso sfiora la sit-com (quando tenta la strada facile della battuta o del macchiettismo, e sono i momenti meno interessanti) ma che si lascia guardare senza annoiare.
I suoi pregi sono soprattutto nel ritmo, sempre ben calibrato, nella direzione degli attori, non facile quando si ha a che fare con interpreti giovanissimi (interessante anche l'uso di lunghi piani sequenza che lasciano ampio spazio alla recitazione), e nel coraggio di affrontare un tema difficile o perlomeno inconsueto.
I suoi limiti sono soprattutto nella continua ricerca della battuta e in una caratterizzazione dei personaggi sempre al limite della macchietta, come a voler compiacere il pubblico, anche quello dal palato non troppo sottile.
Su tutto aleggia un'aria povera da film indipendente low-budget che meraviglia in un'opera finanziata da Mibact, FilmCommission e sponsor vari.
Nel complesso però il terzo film di Roan Johnson scorre piacevolmente per tutta la sua durata. Resta il dubbio se questo allievo/pupillo di Virzì abbia già esaurito la sua vena creativa, e non sia avviato verso la facile strada della ripetizione seriale dei suoi film precedenti.
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