Trama
Ferro (Luigi Fedele) e Cate (Blu Yoshimi) sono due ragazzi come tanti, che sono costretti a confrontarsi con una gravidanza inattesa e con il mondo che inizia ad andare contromano: la famiglia (quella accogliente e "normale" del ribelle Ferro, quella sgangherata e fuori dagli schemi della più assennata Cate), la scuola (i fatidici esami di maturità), gli amici (che sì, li capiscono, ma devono partire per il viaggio organizzato dopo gli esami), il lavoro (che non c'è). Tra tentennamenti e salti nel buio, prese di responsabilità e bagni di incoscienza, i Ferro e Cate attraverseranno i nove mesi più emozionanti e complicati della loro vita, cercando di non perdere la loro purezza e quello sguardo poetico che li rende così speciali.
Approfondimento
PIUMA: L'ARRIVO DEL PRIMO FIGLIO
Diretto da Roan Johnson e sceneggiato dallo stesso con Ottavia Madeddu, Carlotta Massimi e Davide Lantieri, Piuma racconta la storia di Cate e Ferro, due giovani chiamati a confrontarsi con l'arrivo della loro prima figlia. Per Ferro e Cate saranno i nove mesi più burrascosi delle loro vite, anche se loro non hanno ancora capito la tempesta che sta arrivando: alla bambina ci penseranno quando nasce. E poi comunque devono preparare la maturità insieme e agli altri amici, il viaggio in Spagna e Marocco, vogliono pensare all'estate più lunga della loro vita, alla casa dove stare insieme, ai loro sogni di diciottenni.
E a non essere pronti non sono solo Ferro e Cate ma anche i loro genitori: quelli di Ferro, che prima li aiutano e poi vanno in crisi sfiorando il divorzio; quelli di Cate, più assenti e in difficoltà di lei. Tutti alle prese, loro malgrado, con un nipote e una responsabilità in arrivo con quindici anni di anticipo.
Con la direzione della fotografia di Davide Manca, le scenografie di Mauro Vanzati, i costumi di Andrea Cavalletto e le musiche di Lorenzo Tomio, Piuma viene così descritto dal regista in occasione della partecipazione in concorso del film al Festival di Venezia 2016: «È inutile girarci intorno: andare in concorso a Venezia è un sogno per chiunque faccia cinema.
Andarci con Piuma però, ha un sapore speciale.
Prima di tutto per una questione personale: con Ottavia Madeddu (la mia compagna), Davide Lantieri e Carlotta Massimi, abbiamo iniziato a scrivere questo film quattro anni fa: perché ce la facevamo addosso al pensiero di fare un figlio e volevamo provare ad esorcizzare questa paura. Adesso siamo tutti genitori, e Ottavia e Carlotta sono di nuovo incinte.
C'è la gioia di poter condividere l'emozione di andare al Lido con la troupe con cui ormai lavoro (chi più chi meno) da sei intensi anni e con cui abbiamo condiviso un'idea e una passione genuina di fare cinema, ma ancora di più di lavorare insieme. Ci incontriamo e ci confrontiamo prima per affinità e dopo per professionalità.
Soprattutto, sono contento per i nostri attori, che meritano questo riconoscimento non solo per il loro talento (quanto sono bravi lo vedrete nel film) ma anche perché, come direbbe Ferro, hanno "il cuore dalla parte giusta". Da Pierattini alla Cescon, dalla Turrini a Ciccio Colella, il confronto più sorprendente è stato con Luigi Fedele, Blu Yoshimi e Brando Pacitto: ragazzi che non fanno sessant'anni in tre, ma di una maturità e di una sensibilità che ci ha lasciati di stucco.
Devo ringraziare il produttore Carlo Degli Esposti, che ha creduto in me fin dall'inizio (da quando esordii con I primi della lista) e che poi, insieme a Sky [produttore esecutivo, ndr], mi ha lasciato la libertà di osare, di scegliere gli attori giusti, storie che sentissi mie, e raccontare dei personaggi con cui mi identificassi fino in fondo.
Non credo che ci siano generi o toni più nobili o migliori di altri. Amo il cinema a trecentosessanta gradi e spero di avere la fortuna di spaziare il più possibile come regista in futuro. Credo però che questa capacità di riuscire a ridere delle cose, di dissacrarle, di renderle meno enfatiche, sia forse la risorsa più importante che abbiamo in questo momento dove una certa idea di retorica e di integrità rischiano di creare mostri, mentre la meravigliosa libertà di prendere per il culo se stessi, la realtà, e anche i drammi rimanga il vaccino migliore.
E siccome fra le tante sfaccettature di questo film abbiamo pensato che l'arrivo di questa figlia nella vita di Ferro e Cate fosse anche la metafora di una responsabilità di un'epoca difficile e complessa che ci è arrivata nostro malgrado, e a cui non siamo pronti, ecco, allora credo che come Ferro e Cate anche noi ci salveremo se contro la retorica ci giocheremo la carta della leggerezza e dell'ironia, se al pessimismo di questo mondo sapremo rilanciare con l'ottimismo se non della volontà, almeno dell'incoscienza e del sogno».
Trailer
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Commenti (5) vedi tutti
Una volta tanto il flano della locandina mi sembra sincero...il film piu' leggero dell'anno,un po' godibile,un po' buonista...bah fate un po' voi...a malapena si raggiunge la sufficenza....ma molto a malapena.
commento di eziocosì ,così
leggi la recensione completa di Furetto60La gravidanza in adolescenza con uno stile tragicomico, a tratti poetico e pure toccante. Quasi un JUNO all'italiana, meno incisivo ma più scorrevole per un risultato più che apprezzabile.
commento di _Rocky_Oggettivamente non è un brutto film, ma nemmeno quella straordinaria commedia che qualcuno ci ha raccontato. E' una piccola opera che spesso sfiora la sit-com (sono i momenti meno interessanti) ma che si lascia guardare senza annoiare. Interessante l'uso di lunghi piani sequenza che lasciano ampio spazio alla recitazione.
leggi la recensione completa di PadremaronnoImmaturità Vs. senso di responsabilità che latita attorno ad una coppia di teenagers destinati a divenire prematuramente genitori. Leggerezza generazionale ed indolenza contagiosa con qualche situazione divertente e godibile, ma nulla di più.
leggi la recensione completa di alan smithee