Regia di Nagisa Oshima vedi scheda film
VOTO 8 PERSO Cult inseguito da anni che rispetta le aspettative. Una grande storia d'amore (mai banale e scontata), stupendamente "giovane", a volte discontinua nello sviluppo della trama ma emotivamente sempre coinvolgente. Oshima usa pochissima profondità di campo, un montaggio nervoso e cronologicamente libero con delle stupende panoramiche strette per raccontarci una storia dalle molteplici interpretazioni. Sia drammatiche-amorose che politico-esistenziali, confondendo i piani, senza mai perdere di vista il messaggio di fondo profondamente pessimista. L'amore non è solare, è turbato e masochista come la vita, ma è la nostra unica ancora di salvezza, l'abbandono ad esso, che è proprio dell'età adolescenziale, nella sua ingenua istintività (ma anche crudeltà avida di emozioni) è la luce alla fine del tunnel. Quindi è sì tutto nero e disperato ma il regista trova e ci indica la via d'uscita: l'abbandono totale ed incondizionato nel rapporto amoroso, pena la desolazione e la rassegnazione (vedi la sorella). Per l'interpretazione politica invece il film risulta di più difficile comprensione, considerando la visione attuale, pur lasciando trasparire una crisi generazionale non solo morale, con frasi ad effetto e scene epocali (il post-aborto è da circoletto rosso). Oshima agli albori è già grande, irruento e poetico, sempre coinvolto nel racconto, regalandoci una grande esperienza di amour fou oltre gli anni, oltre i generi, oltre lo stile, culminante in un finale a dir poco commovente, tanto da farsi perdonare alcune artificiosità nella sceneggiatura.
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