Regia di Nagisa Oshima vedi scheda film
Racconto Crudele della Giovinezza, o dei senza futuro. Oshima tratta gli stessi temi (sesso, violenza, ribellione, politica) che tratterà, più o meno contemporaneamente, Koji Wakamatsu, ma con un rigore ed una profondità di analisi decisamente maggiori: la lentezza ed il pessimismo di cui il film è intriso lascia lo spettatore decisamente frustrato, amareggiato. E la frustrazione e l'amarezza sono i leitmotive del film, strutturalmente poco ortodosso per il cinema Giapponese dei primi anni '60, sono i sentimenti che dominano e percorrono la vita dei vari personaggi, sempre umani e sempre verosimili, anche nella loro mostruosità o ottusità. Le illusioni, anche di chi credeva di esserne privo, cadono una ad una, fino al tragico finale, che nega la possibilità di un futuro. Questo è il doloroso e fastidioso ritratto di una gioventù nuda, spogliata di un passato che si cerca di dimenticare (Hiroshima e Nagasaki, certo, ma anche tutta una cultura che dev'essere occidentalizzata) e privata di un avvenire che si può ottenere solo con un'identità forte, cosa che viene a mancare. Grande esempio di Nouvelle Vague giapponese matura e lucida, anche quando sembra divenire decisamente eccessiva.
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