Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film
L'obiettivo di questo che è il primo film a colori girato da Lattuada (ai tempi già autore noto) è di scandalizzare: e ci riesce perfettamente. Purtroppo però la storia è talmente improntata sulla critica di costume dei tempi, da essere invecchiata molto in fretta; la censura Dc ebbe gioco facile contro un'opera dichiaratamente polemica contro il perbenismo dilagante e ipocrita dei tempi e impose un divieto ai minori di 16 anni francamente incomprensibile oggi. Chiaramente si trattava di un provvedimento teso soltanto a mettere i bastoni fra le ruote di una pellicola che tanto apertamente (cioè spudoratamente) si permetteva di parlare di prostituzione, trattandola come ciò che realmente era: un fenomeno diffuso eppure costretto all'illegalità (stava arrivando, faticosamente, la legge Merlin), capace di generare situazioni deplorevoli come quella narrata appunto nel film. Al di là degli intenti onorevoli, La spiaggia non è effettivamente nulla di straordinario: la sceneggiatura di Lattuada-Sonego-Spaak (Charles, padre di Catherine, futura scoperta proprio di Lattuada) e Malerba è abbastanza piatta da impiegare circa un'ora a mettere le carte in tavola, forse anche per i più che legittimi timori di incappare nella censura; una volta delineato il quadro della situazione, i fatti salienti si svolgono relativamente in fretta, cioè nei restanti quaranta minuti di film: è evidente questa specie di strabismo, di andamento a due ritmi dell'opera. Che comunque si riscatta con un finale di straordinaria amarezza, ma proprio per questo incisivo senza mezzi termini: nessuna giustizia sarà mai fatta, questa è la morale, finchè non cominceremo a chiamare le cose con il loro nome. Anna Maria (una brava Martine Carol, attrice francese in quel momento all'apice del successo) sarà costretta a vivere una vita al riparo dalle altrui maldicenze? O basteranno, a rovesciare l'ipocrisia dello stato delle cose, i ben motivati difensori degli oppressi come il sindaco interpretato da Raf Vallone? Nel frattempo, comunque andrà a finire, è un trionfo della falsità e del perbenismo di facciata. Fra gli altri interpreti, Valeria Moriconi e Mario Carotenuto; fotografia di Mario Craveri e musiche di Piero Morgan (cioè Piccioni). 5,5/10.
Una prostituta al mare con la figlioletta si spaccia per vedova. Piacente, viene corteggiata da molti, ma quando rifiuta un influente imprenditore del luogo, ben presto le voci peggiori su di lei si diffondono. Ed è costretta ad andarsene, difesa soltanto dal sindaco gentiluomo del paese.
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