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La spiaggia

Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La spiaggia

di bepy86
7 stelle

C’è stato un periodo in cui il cinema italiano riusciva con maestria e disinvoltura a brillare ed a distinguersi.

Uno dei maggiori artefici dello stato di grazia che aveva raggiunto era stato sicuramente Lattuada.

Il suo talento da regista lo sfruttò essenzialmente per districarsi in dei generi dissimili tra di loro: focalizzò il suo sguardo su quello melodrammatico a sfondo storico dando vita a delle pellicole che vennero apprezzate e che ancora oggi resistono all’usura del tempo(senza pietà-il mulino del po), non indietreggiò di fronte alla possibilità di comporre ritratti di giovani fanciulle totalmente assorte dai problemi tipici della loro età(i dolci inganni-Guendalina) ed infine dimostrò di avere delle notevoli qualità nel saper estrapolare, dalle storie più intime e riflessive, il succo maggiormente prelibato che sanno offrire(la spiaggia-mafioso).

Il Lattuada che preferisco è quello che si sgancia dall’eccessiva spettacolarizzazione degli eventi per riversarsi sugli aspetti più intimistici e privati.

Avendo tali preferenze è logico quindi che mi senta più legato a film come “la spiaggia”.

E con simili gusti non potrei disdegnare nemmeno ”mafioso”.

I due che ho citato probabilmente gareggiano per occupare la parte di maggiore spicco del mio cuore riservata ad i lavori diretti dal regista di Vaprio D’adda.

Avendolo visionato di recente, mi soffermo sul primo tralasciando di conseguenza il secondo.

''La spiaggia'', commedia balneare divertente e spiritosa che non offre spunti di riflessione?.. niente affatto, qui il dramma esiste, è tangibile e facilmente riscontrabile, si consuma in un ambiente popolato da individui che fanno fatica a svincolarsi da quell'ipocrisia che spesso colpisce l'essere umano senza concedergli attimi di tregua.

Per capire in questo caso da quali situazioni viene innescata, è bene soffermarsi in maniera labile sulla trama del film: Giovane donna, costretta a dover fare i conti con la miseria che cerca di fronteggiare con un lavoro degradante, ha racimolato il denaro necessario che le consentirà di passare una vacanza al mare insieme alla sua figlioletta.

Il treno, che le condurrà lontane dal posto in cui si logorano per mantenersi in vita, è pronto per ospitarle.

Si parte per cercare quel relax tanto agognato.

La destinazione tanto attesa arriva ma viene sostituita istantaneamente con quella patrocinata dal sindaco, loro compagno di viaggio.

Leggera modifica al programma originario che gli permetterà ugualmente di poter svagare in una località marittima.

Viene il momento di sistemarsi nell'albergo, lussuoso e popolato da individui con il portafoglio zeppo di monete.

Ma com'è dura per la giovane donna rapportarsi con loro nascondendo il suo segreto più profondo ed impenetrabile.

Inizialmente però sembra che l'accettino di buongrado e tutto fila liscio.

Ma quando verrà a galla la verità verrà disprezzata e ripudiata, la temeranno a tal punto da volerla allontanare dall'albergo.

Tanto sensibili proprio loro che non si facevano problemi a raccogliere banconote non proprie per poi spenderle per fare della beneficenza..in sostanza non si astenevano, quando c'era la possibilità, dal farsi i belli con i soldi altrui.

Insomma gente onesta soltanto in apparenza,attaccata alle etichette ed incapace quindi di andare oltre.

Ed infatti, quando l'uomo di maggiore spessore del luogo, si impietosisce della donna, invitandola a fare una passeggiata a braccetto insieme a lui, viene rivalutata e benvista. Com'è brutta l'ipocrisia e con quanta furia si abbatte sull'uomo. Bravo a Lattuada per averla saputa tratteggiare al meglio attraverso questo film che colpisce e rimane impresso.

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