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Kids in Love

Regia di Chris Foggin vedi scheda film

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La recensione su Kids in Love

di supadany
4 stelle

Ogni età ha le sue problematiche che, con tutte le ammissibili sfumature/variazioni del caso, vengono a galla originando degli scompensi che costringono il diretto interessato a rivalutare/rivedere i progetti in atto e le prospettive di vita che aveva in tasca. Questo accade soprattutto durante il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, quando le indicazioni calate dalla famiglia e dal breve pregresso difficilmente collimano con la volontà, estremamente mutabile e infiammabile, del diretto interessato.

In questa circostanza, basta davvero un minimo soffio di vento per scombinare qualsiasi pensiero, talvolta esaurendosi sul nascere, in altri casi – di natura, più rari - producendo effetti destinati a durare/rigenerarsi nel tempo.

Kids in love s’inserisce in un ambito/filone che il cinema conosce a menadito e, al di là delle sue innocenti/sincere intenzioni, non ottiene alcun risultato degno di menzione, sperperando anche giovani personalità che nelle corde avrebbero a disposizione ben altra marcia.

Finito il liceo, Jack (Will PoulterDopesick, Le cronache di Narnia – Il viaggio del veliero) è pronto per prendersi un anno sabbatico e fare un viaggio in Sud America con Tom (Jamie BlackleyResta anche domani, Irrational man), il suo miglior amico di sempre.

Poi un giorno incontra per puro caso Evelyn (Alma JodorowskyLa vita di Adele, Le choc du futur), s’innamora perdutamente e comincia a frequentare il suo giro, che comprende Viola (Cara DelevingneValerian e la città dei mille pianeti, Città di carta) ed Elena (Gala GordonLa cena delle spie, The Chelsea cowboy), decidendo di accantonare tutto quanto aveva in mente per corteggiarla.

Comunque vada a finire, per Jack niente sarà più uguale a prima.

 

 

Will Poulter

Kids in Love (2016): Will Poulter

 

 

Primo lungometraggio per Chris Foggin, realizzato in assoluta economia in soli 25 giorni di riprese, Kids in love propone un racconto di formazione che, narrando quella prima cotta che non si scorda mai, compie scelte inequivocabili, tra strade che si aprono e altre che si (soc)chiudono.

Dunque, da una parte taglia fuori quasi del tutto le dinamiche familiari di Jack, che avrebbero avuto parecchio da dire/aggiungere (il disappunto è solo percepibile), dall’altro si addentra in un panorama di lusso e decadenza che non porta a casa neanche un grammo di simpatia.

Prende così il via una cronaca sentimentale che, tra desideri e impacci, aspettative e assaggi, trotterella sul posto senza trarre alcun profitto sostanziale, con un ragazzo della porta accanto che perde la testa e personaggi di contorno che non offrono sponde valide (per dire, Cara Delevingne è quasi invisibile, utile più che altro per agghindare il biglietto da visita).

Così, se il cuore di Jack batte forte e i suoi ormoni prendono il sopravvento (Will Poulter non difetta nel ruolo, ci prova per quanto gli è possibile), Kids in love avanza con il freno a mano tirato, navigando a vista senza compiere neanche un minimo grande salto, perdendosi in una sequenza di scene di puro ornamento.

Uno scenario troppo sguarnito e scarno, confortevole ed esile, dalla lista della spesa alquanto limitata e assortita con discutibile gusto, che si illumina giusto grazie alla presenza di Alma Jodorowsky, dotata di un fascino abbagliante, tale da bucare lo schermo, far stropicciare gli occhi (fa strano non vederla in giro) e da rendere verosimili i giramenti di testa incontrollabili del protagonista.

 

 

Alma Jodorowsky

Kids in Love (2016): Alma Jodorowsky

 

 

In ogni caso, Kids in love è semplicemente un film privo di un effettivo/palese interesse/nervo, perlomeno non sufficiente per farlo scegliere nemmeno all’interno del perimetro di pertinenza (che già non vanta così tanti campioni da segnalare), inficiato da scelte a monte che tendono a togliere ogni sorta di mordente laterale, stabilizzandosi in un ambito controproducente/antipatico e aleggiando su un’orbita privata di sviluppi degni di nota.

Così facendo, la ricompensa è davvero minima/evanescente (anche di fronte a una svolta che assume il sapore di un contentino momentaneo), per un libro aperto che non ha molto da comunicare/condividere e che annaspa con ogni evidenza appena esce dall’orbita - Jack/Evelyn – principale, pur senza incappare in strafalcioni clamorosi.

Anonimo e inconsistente, a malapena valido per un consumo frettoloso e con esigenze nulle.

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