Regia di Elio Petri vedi scheda film
Un discreto giallo, sostenuto non poco dalla presenza di Mastroianni. Elio Petri direi che se la cava, anche se secondo me non riesce a girare un film veramente solido e compatto. Niente a che fare, per capirci, con il secondo me grande film "Un maledetto imbroglio" di Germi. Mi è sembrato che la pellicola sia pervasa da una vaga aria di stanchezza e apatia, forse accentuata da una musica jazz invadente: è lo stato d'animo del personaggio principale, ma anche in parte l'atmosfera dell'opera stessa. Probabilmente l'obiettivo del regista era dare un'immagine fosca della borghesia italiana, tra intrallazzi finanziari e doppia moralità. Lo stesso protagonista è un intrallazzatore, che vive di speculazioni su oggetti d'arte (falsi o valutati in modo spropositato) e relazioni clandestine con donne danarose e illuse di lui, tra cambiali scadute e acrobazie finanziarie. Soprattutto è un uomo falso, che vive di simulazione e menzogna. Come contorno, troviamo una serie di personaggi originali e bizzarri (il grassone col mal di pancia, i compagni di cella, il cameriere giovane...).
Per quello che mi riguarda, lo definirei un film che si lascia guardare volentieri, ma che lascia dentro una puntina di delusione.
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